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Recensioni Songs for Distingue Lovers

Songs for Distingue Lovers di Billie Holiday
Recensioni: 5/5
Utilizzando la crème dei tecnici del suono e l’ineguagliabile qualità della produzione affidata alla Quality Record Pressings, la nuova serie Acoustic Sounds è masterizzata a partire dai nastri originali, stampata su vinile da 180 grammi e confezionata in copertine gatefold (“a libro”) ad alta qualità, curate dalla Stoughton Printing Co., dove – come si usava nei dischi dell’epoca – il foglio di carta stampato è applicato sul cartone (e quindi non è quest’ultimo ad essere inchiostrato direttamente). Il tutto sotto la supervisione di Chad Kassem, CEO di Acoustic Sounds, la società più affermata nel campo delle pubblicazioni per audiofili. Le pubblicazioni sono selezionate dallo straordinario catalogo Verve/UMe e, per iniziare, la serie si concentra su alcuni degli album di maggiore successo degli anni ’50/’60. Questa volta parliamo di uno straordinario album, che potrebbe essere additato come il migliore fra quanti pubblicati dalla più straordinaria e commovente voce della storia del jazz: Billie Holiday.
Poche incisioni di Billie Holiday possono reggere il confronto con quelle realizzate dalla più straordinaria voce del jazz in occasione di una sua trasferta sulla West Coast nel 1957. E dovendo scegliere fra quanto di quelle sedute di incisione fu dato alle stampe (in questo caso un anno più tardi, nel 1958), questo album merita il titolo di migliore della serie. L’impresario e fondatore dell’etichetta Norman Granz riunì una vera all-star di artisti, alcuni dei quali avevano già avuto l’occasione di collaborare con la cantante: era il caso del trombettista Harry Edison e del colosso del sax tenore Ben Webster. Completavano il quadro il migliore pianista che abbia mai avuto la ventura di accompagnare Billie (con la quale aveva un’intesa telepatica), Jimmy Rowles, e un altro straordinario fuoriclasse come il chitarrista Barney Kessell. Tutti loro potevano contare sul tappeto elastico e rilassato fornito da una ritmica in cui si alternavano da una parte Red Mitchell e Joe Mondragon al contrabbasso, e dall’altra Alvin Stoller e Larry Bunker alla batteria. La voce ormai roca e tanto, tanto commovente della più grande jazz singer non avrebbe potuto trovarsi in migliore compagnia. E il miracolo compiuto dai tecnici dei Capitol Studios di Hollywood ha potuto restituirci al meglio il sound di quelle ore indimenticabili.)
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