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Anno edizione: 2019
I cinquantacinque "Sonetti a Orfeo" sono l'omaggio del poeta a una danzatrice, stroncata a 19 anni dalla leucemia.
Maestro di ogni rinascita, Orfeo suscita l'idea della metamorfosi, dell'eterno ciclo della vita e della morte, e instilla nei versi la visione di una mistica unità nella quale i "due mondi" si fanno volti di una stessa realtà. Sono un vero e proprio racconto: tessono la trama degli eventi, dell'intreccio apparentemente incomprensibile delle cose, proponendo un'immagine visibile di quella ragione dei contrari e della differenza, che ci presenta il mondo nella sua ultima verità. Infatti Orfeo, il dio del canto, è il dio che canta questo mondo: il mutare delle cose e degli uomini che abitano presso di esse.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Le liriche di Rilke sono un vero e proprio tempio orfico. La lettura di questi sonetti è una continua catabasi nel mondo dei morti. Un autentico e duro viaggio nelle ragioni più profonde del mutamento: il mutamento che è nello stesso tempo vita, morte e rinascita. Un ciclo perpetuo si compie tra i versi di questi sonetti, che invocano la riverenza panica verso i riti orfici, verso le danze sacre, i profumi e le nebbie. Nulla è più. La lettura di quest'opera inebria, soffoca e stordisce: troppo dolci risultano i nettari dei ricordi di una gioventù effimera e di un qualcosa "per ciò che non fu mai"; troppo spinte sono le fragranze germoglianti dai fiori che adornano la lira di Orfeo e del poeta; troppo incalzanti suonano i tamburi, che segnano il ritmo della metamorfosi, che il poeta cerca di catturare, ma che continuamente sfugge. Ne I sonetti a Orfeo molto sfugge al lettore, i testi sono complessi quanto l'architettura dell'opera. Un vero tempio a Orfeo, dio del mutamento.
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