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Il silenzio dell'ultima notte - Pino Caruso - copertina
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Il silenzio dell'ultima notte - Pino Caruso - copertina
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Descrizione


La condizione umana nella disarmante fisicità e l'eterno respiro del mare; la pioggia di primavera su una città brulicante e il caldo abbraccio della notte; il pulsare della vita e l'incognita della morte: è nel ritmico alternarsi di questi temi che la poesia di Pino Caruso rivela al lettore il lato più riflessivo e melanconico dell'attore comico, emblema di una sicilianità mai urlata ma, in questi versi, quasi confessata a bassa voce in un dialogo sommesso ed intimo.
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Dettagli

2018
1 agosto 2018
144 p., Brossura
9788857908670

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Splendide poesie di un attore, definito per anni riduttivamente "comico", ma profondamente pensoso. Come dice lo stesso Caruso: "Chi non sa ridere non è una persona seria".

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Antonio Diliberto
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"IL SILENZIO DELL'ULTIMA NOTTE" Pino Caruso PROFONDITÀ DI PENSIERO ED INTROSPEZIONE SUL FILO DELLA NOTTE E DEL SILENZIO Capita che gli attori comici - con le loro battute e scene tendenti all'ilarità, all'ambiguità e addirittura alla volgarità - dimostrino superficialità e materialismo, con assenza d'introspezione e di problematiche. Ma non sempre è così: il siciliano Pino Caruso, ben noto al pubblico teatrale, cinematografico e televisivo di tutt'Italia, nel libro di liriche Il silenzio dell'ultima notte (Flaccovio, Palermo, 2009, pp. 148, Euro. 14) fin dal titolo rivela una profonda interiorità e pensosità. Egli ha già pubblicato altri libri, fra cui L'uomo comune che nel 2005 vinse il premio "Palma d'oro" al festival del libro di Bordighera (IM). Premesso che egli dichiara di scrivere «per il piacere / puro / di parlare anche / al mio futuro» (p. 30), l'autore nel libro in esame raccoglie una serie d'osservazioni e riflessioni relative alla natura (particolarmente al mare) e alla propria solitudine in un contesto esistenziale del quale stenta a capire meccanismi e finalità. La silloge si snoda sul filo della notte e del silenzio, parole - queste ultime - che partendo dalla copertina ritornano frequentemente all'interno, perché la notte col suo silenzio suscita vari pensieri, particolarmente quelli inerenti all'ultima notte, cioè alla fine della propria parabola, quando i pensieri stessi «scenderanno / nel mare / per dormire / con i pesci nel fondale» (p. 12). Perciò alcune liriche sono scritte in treni, alberghi e spiagge, specialmente di notte (la quale porta consiglio), quando chi come l'autore è più portato alla riflessione, magari osservando mare, cielo, nuvole e luna. In queste elucubrazioni più volte viene chiamato in causa Dio, al quale l'autore rimprovera d'"aver lasciato/a sé/ tutta la conoscenza" (p. 19), di nascondersi se c'è fingendo di mostrarsi (p. 20), magari preferendo l'uomo che crede in lui per precauzione (p. 21)

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Pino Caruso

1934, Palermo

Propr. Giuseppe C., attore italiano. Affermato interprete teatrale, prima allo Stabile di Palermo, poi a Roma, approda al cinema negli anni ’70, soprattutto in film di ambientazione siciliana, dove dà vita a personaggi non stereotipati e affrontati con moderna asciuttezza. È nel cast di Malizia (1973) di S. Samperi, La governante (1974) di G. Grimaldi e Il bel paese (1977) di L. Salce. Incisive anche le sue apparizioni in Gegé Bellavita (1979) di P. Festa Campanile e in Scugnizzi (1989) di N. Loy.

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