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Nero come la pece che Jules usa per le sue barche. Uno dei Simenon più bui e desolanti tra quelli letti. Riesce a sconcertare attraverso una narrazione che rende precisamente il fluire imperturbabile della vita della famiglia Guerec. Nulla deve, e quindi nulla riesce a intaccare i meccanismi tossici che regolano i rapporti tra i personaggi, nemmeno l'evento che dà avvio alla storia. Spesso S. rappresenta la morbosità come quel veleno che distrugge i legami familiari e che allo stesso tempo é l'ossigeno che li tiene in vita. Accade anche qui. Il vuoto di queste vite miserabili ha un volto diverso per ciascun personaggio, ma é ciò che davvero li unisce - il vuoto - e in cui si riconoscono. Il mondo fuori é un luogo estraneo al loro sguardo. Il loro sguardo punta verso il basso, quello delle ombre, della polvere. É questa esclusione del mondo esterno che mi ha colpito. La forza oscena e distruttiva dell'indifferenza, della meschinità.
Vien da dire, uno dei migliori romanzi del Simenon anni Trenta: ma quanti sono poi i bei romanzi anni Trenta di questo Autore? Tanti, senz'altro! Mostrano tutti una compattezza, una incisività di scrittura, ambientazioni e atmosfere uniche. Letti e riletti a distanza di tempo, sono romanzi che restituiscono intatto il piacere della lettura. Indispensabile, secondo me, cominciare e finire il libro nel giro di poche ore, ritagliando il tempo adeguato e indisturbato: ovvero, costruirsi una serata speciale con Simenon e nient'altro.
Ah, le atmosfere di Simenon! Inimitabili. Qui c'è il sale, l'umidità, il freddo del grigio mare bretone, il fascino ruvido della stupenda Concarneau e la vischiosità di certi rapporti umani, che imprigionano e condannano ad esistenze meschine e mediocri. Superlativo Simenon, più del solito.
Recensioni
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È sera, Jules sta percorrendo la strada scoscesa e tortuosa che da Quimper porta a Concarneau, ma ha la testa altrove. Coma giustificare alle sorelle l’ammanco di cinquanta franchi spesi in compagnia di una di quelle belle signorine venute apposta da Parigi per adescare gli uomini del posto? Come spiegare che nella fretta ha dimenticato di comprare il gomitolo di lana che Céline gli aveva raccomandato di comprarle? Jules ha quasi quarant’anni, non si è mai sposato e vive da sempre con le due sorelle zitelle: Françoise e Céline amministrano l’economia familiare con una precisione da ragioniere e si prendono cura di lui come di un figlio, ma non lo lasciano respirare neanche un attimo, a loro deve rendere conto di tutto.
Così, immerso in questo turbinio di pensieri, distratto da mille altri, Jules sta guidando verso casa, quando all’improvviso sente qualcosa muoversi sulla destra, ma invece di rallentare, d’istinto - senza pensarci - schiaccia l’acceleratore. La sagoma di un ragazzino sfreccia davanti alla sua auto come un coniglio in fuga senza che lui possa fare niente per evitarlo, e Jules, incapace di fare manovra, continua. Una volta tornato sul luogo dell’incidente del ragazzo nessuna traccia, al suo posto solo un nugolo di gente e il consueto mormorio di curiosi.
Il destino ha deciso per lui. A quel punto però non è il caso di rientrare subito a casa, meglio non farsi vedere in giro per il momento. E se qualcuno l’ha riconosciuto? Chissà chi è il bambino che aveva investito e soprattutto se è ancora vivo…Considerato che nulla sfugge alle sue sorelle stavolta Jules è davvero nei guai: in quarant’anni non era mai riuscito a nascondere nessuna scappatella, figuriamoci un guaio come quello.
Quando il giorno dopo apprende dai giornali che Joseph Papin è morto, affranto dal dolore e schiacciato dai seni di colpa, Jules decide di aiutare a tutti i costi Marie Papin, la madre del bambino: da quel momento provvedere alle spese per il funerale e prendersi cura di lei diviene la sua unica preoccupazione. Possibile che un terribile incidente si stia trasformando in un’opportunità di riscatto per lui e per la donna cui ha causato tanto dolore? Che sia davvero giunto il momento di liberarsi dalla morsa opprimente dell’affetto fraterno? Come una serie di circostanze fortuite avevano causato infelicità e sofferenza, allo stesso modo ora una diversa serie di coincidenze potrebbe rendere felici due persone. La vita gli sta davvero concedendo una seconda possibilità e lui non deve fare altro che afferrarla.
Nelle Signorine di Concarneau Simenon racconta una storia come tante: la vicenda di un uomo di mezz’età, cresciuto negli agi di un piccolo paesino della Bretagna ma incapace di badare a se stesso. Protetto dall’amore incondizionato ma soffocante delle sorelle, Jules non fa che compiere scappatelle che immancabilmente la famiglia mette a tacere, fino a che, colpevole di un delitto ben più grave, avrà la possibilità di voltare pagina e iniziare una nuova esistenza. Ci riuscirà?
Una storia comune, apparentemente banale che però, grazie alla maestria di un grande scrittore, si trasforma in un racconto esemplare: diviene la cifra di un’esistenza come tante in cui si paventa la possibilità di un cambiamento che lotta continuamente con l’eterno ritorno dell’uguale. La forza di Simenon sta nel riuscire a stupire il lettore con un colpo di scena ben diverso da quello che si aspetterebbe.
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