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Anno edizione: 2016
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Libro che racconta lo stupro subito da alcune donne, la vergogna da loro provata e la fatica nell’ottenere giustizia, perché troppo spesso gli stessi giudici non riescono a credere che il rapporto non sia stato consensuale. E’ triste rendersi conto del fatto che alcune donne porteranno sempre dentro di sé le ferite della violenza subita, violenza che spesso rinunceranno anche a denunciare, sapendo di non poter ottenere giustizia.
Crudo e reale, attualissimo e corrosivo, questo libro mette in luce davvero le vittime di stupro, dal punto di vista delle vittime, come queste, quasi sempre, diventino il reale capro espiatorio della violenza stessa e soprattutto dei processi che ne seguono. Dopo tanto #metoo qui si fa i conti con la realtà delle cose, nella loro crudezza. Un reportage nell'America universitaria che emoziona e che, per me, dovrebbe essere letto da tutti.
Senza consenso, non è solo un'indagine giornalistica che Krakauer approfondisce per raccontare i fatti avvenuti in Missoula, Montana, tra il 2008 e il 2012. Non c'è solo il mero racconto: durante l'intera lettura nasce la consapevolezza che lo stupro, nonostante sia un fenomeno tristemente "comune", è ancora sconosciuto ai più. Solo prendendo in analisi il punto di vista della vittima si può comprendere a cosa è andata incontro; osservare invece cosa pensano e quali provvedimenti prendono il popolino e quelli che dovrebbero rappresentare la Giustizia, fa capire come la vittimizzazione del colpevole e l'incriminazione della vittima sia purtroppo ancora attuale. Da leggere, se si desidera avere una visuale più ampia e realista di questo mondo malato. Krakauer, nonostante l'argomento infelice, si destreggia con delicatezza nel raccontare queste vicende.
Recensioni
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Il lavoro di Krakauer è l’impietoso ritratto di un agghiacciante corto circuito giudiziario, ma soprattutto un’indagine sociologica sui disturbi di una generazione maschile anaffettiva, chiamata a redimersi e a confessare il più vile tra i delitti.
Questa eclatante inchiesta giornalistica - uscita negli Stati Uniti nel 2015 e finalmente tradotta da Sebastiano Pezzani per Corbaccio - è diventata in breve tempo un caso editoriale, poiché ha portato alla luce uno scandalo di cui la popolazione statunitense aveva sentore da tempo, attraverso un’indagine sulla cultura dello stupro nei college, una denuncia che necessitava della brillante penna di Krakauer per trovare la giusta cassa di risonanza. Terminato il testo, il lettore si sentirà travolto dallo sconforto, esterrefatto dall’inquietante ritratto della vita nei campus universitari statunitensi, sconvolti da circa un decennio da un aumento spropositato dei casi di stupro tra studenti e dai tentativi di minimizzare il fenomeno da parte delle autorità locali. Un dramma non solo americano, dato che anche in Italia registriamo avvenimenti analoghi - se non più violenti – come dimostra il boom dei reati etichettati con l’infausto nome di “femminicidio”, un problema che mette in luce quanto l’Occidente sia ben lontano dal concedere alla donna quella parità di diritti, sia dal punto di vista etico che giudiziario, di cui dovrebbe godere in una società che non esita a definirsi civilizzata.
Krakauer nella prima metà del libro concentra le proprie indagini su alcuni casi di stupro avvenuti nell’Università di Missoula, una piccola cittadina del Nord-Ovest salita agli onori della cronaca per essere il simbolo di un’epidemia nazionale, raccogliendo le testimonianze di tre coraggiose vittime e dei loro carnefici. Le interviste sono strazianti, dei resoconti minuziosi, talvolta scabrosi, delle violenze subite dalle giovani ragazze, violate prima fisicamente e poi umiliate dal sistema giudiziario, interessato a sminuire la portata del problema e a dare un’immagine rassicurante della virtuosa gioventù locale.
Missoula fu fondata a inizio del ventesimo secolo da pionieri interessati a sfruttarne le risorse boschive e, impostasi per decenni come uno dei più lucrosi centri di produzione nazionale di legname, si è infine convertita nel corso degli anni ’70 a polo accademico di rilievo, capace di attrarre i giovani di un territorio che va dal Mid-West alla costa Ovest. Oggi vive dell’indotto dato dalla presenza degli studenti e dalle partite di football universitario, su cui non solo sembra reggersi l’economia della cittadina, ma l’intera vita sociale della comunità. Le partite dei Grizzlies, l’orgoglio di Missoula, sono un evento imperdibile e i suoi giocatori, tutti iscritti alla università locale, sono i tipici giovani del Mid-West, robusti e con le maniche rimboccate, lontani dai vizi dei coetanei che vivono nelle grandi città sulle due coste.
Dietro a questa immagine si cela in realtà una generazione bipolare, sospesa tra un’impeccabile carriera accademica e le notti brave scandite dal consumo consistente di alcol e droghe, un’evasione forse dettata dall’esigenza di stemperare le forti aspettative scolastiche e sportive.
Le ragazze non sottraendosi agli sfrenati baccanali, in virtù della loro conscia partecipazione, vengono stigmatizzate e colpevolizzate quando le feste si trasformano in occasioni per perpetrare nei loro confronti le vili aggressioni sessuali. Le dinamiche dello stupro sono quasi sempre le stesse e rivelano l’esistenza di uno schema premeditato, volto all’autoassoluzione morale e legale dei carnefici, per lo più atleti. Conoscenti, amici di infanzia o ragazzi insospettabili invitano le compagne a unirsi alla festa, dove verranno incitate ad eccedere, rassicurate dalla consapevolezza che la trasgressione verrà condivisa con persone di fiducia. Una volta addormentate e intontite dall’alcol, vengono violentate, talvolta da più persone contemporaneamente, degli aguzzini consapevoli che le loro malefatte resteranno impunite. Il risveglio è tragico. Nella maggior parte dei casi, i reati non vengono nemmeno denunciati, per la vergogna o il timore che le ragazze non vengano credute, poiché spesso colpevolizzate di avere propiziato la violenza. Quando invece trovano il coraggio di affidarsi alle autorità, spetta loro un iter giudiziario umiliante, come illustrato nella seconda parte del testo, composta da trascrizioni delle sedute dei processi, in cui puntualmente viene dimostrato dagli accusati il presunto consenso al rapporto. La vittima finisce quasi sempre per salire sul banco degli imputati e l’esito dei processi ribaltato rispetto alle scontate premesse.
Il lavoro di Krakauer è un impietoso ritratto di un agghiacciante corto circuito giudiziario, ma soprattutto un’indagine sociologica sui disturbi di una generazione maschile anaffettiva e deresponsabilizzata, chiamata a redimersi e a confessare il più vile tra i delitti, nella speranza che in futuro, anche grazie a questo libro, si possa prevenire il fenomeno e assicurare giustizia alle vittime.
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