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Recensioni Ricordati dei fiori

Ricordati dei fiori di Giuseppe Braga
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Perdere coloro che amiamo: forse la prova più dura della nostra vita, e nessuno può fuggirla. Da quel momento, conviviamo con un'assenza: quasi stupendoci continuiamo a vivere, anzi a fare quello che abbiamo sempre fatto: respiriamo, lavoriamo, mangiamo, addirittura sorridiamo. Ma sempre in assenza. In assenza di qualcuno che abbiamo amato così tanto. L'assenza è un peso di piombo, non si può far finta di niente, tutto vi ruota attorno: esiste, permea le giornate, rischia di risucchiarci. Giuseppe ha perso il papà. Anche lui, come tutti, ha continuato a vivere: a parte le visite al cimitero, tutto è rimasto uguale, ha persino continuato a scrivere, e la sua scrittura ha mantenuto quella sua impronta leggera e surreale eppure mai artefatta, mai finta, e di cos'altro poteva scrivere? Dell'assenza di suo papà, il cui peso viene moltiplicato nel percepire in sua madre l'assenza dell'uomo amato, e in sua figlia piccolina l'assenza del nonno. Giuseppe si prende cura della mamma e della bimba, respira, lavora, mangia, addirittura sorride - e scrive: e noi gliene siamo grati, perché riesce a commuoverci e farci ridere al contempo, e soprattutto ci consola. )
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