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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2024
Lei è Hirut, figlia di Fasil e Getey, una ragazzina spaurita in balia di un sistema patriarcale che la vuole schiava. Ma quando i venti di guerra contro gli invasori italiani cominciano a infuriare sulle alture, Hirut, figlia di Fasil e Getey, diventa la temuta guardiana del Re Ombra: come le sue sorelle d'Etiopia ora è un soldato, che non ha piú alcun timore di ciò che gli uomini possono fare a donne come lei.
«Ambientata durante la Guerra d'Etiopia, Il re ombra è un'epica vasta e indimenticabile di un'autrice d'immenso talento che non ha paura di rischiare». - The New York Review of Books
1974, Addis Abeba: «È venuta a piedi e in corriera, attraversando luoghi che per quasi quarant’anni aveva scelto di dimenticare. È in anticipo di due giorni ma lo aspetterà… » Inizia cosí, con la paziente attesa di Hirut nella stazione ferroviaria della capitale etiope sull’orlo di una nuova rivolta, il lungo flashback con cui Maaza Mengiste ci conduce ai giorni dell’occupazione voluta da Mussolini nel 1935 e portata avanti con inaudita violenza malgrado i richiami della Società delle nazioni. Quando, il primo marzo 1936, l’imperatore Hailé Selassié, al comando del suo esercito, viene sconfitto a Mai Ceu e costretto all’esilio, sugli altopiani e nei villaggi dell’intero paese le donne e gli uomini etiopi organizzano una resistenza vittoriosa, combattendo battaglie il cui clamore rimanda agli epici scontri dell’Iliade. Tutto avviene secondo le regole talora cruente di una società feudale che vanta però un’antica indipendenza e una solida tradizione militare. Il re è salito su un treno che lo sta portando fuori dal suo paese, ma sui crinali dei colli appare il profilo conosciuto e amato del sovrano. È un inganno? Un miraggio? Forse è il potere dell’ombra, che restituisce ai sudditi fiducia e coraggio. Maaza Mengiste allestisce un doppio palcoscenico: sulle alture, agli ordini del nobile Kidane, si organizzano gli irriducibili combattenti etiopi, Aklilu, Seifu, Aster, Hirut, Fifi, la cuoca e innumerevoli altri; mentre sul terrazzamento a strapiombo sulla valle il colonnello Fucelli fa costruire la base italiana dove si fronteggiano opposte concezioni dell’onore e del coraggio, e si sperimenta con inquietante coerenza come una forma d’arte possa diventare un’arma. Nelle fotografie scattate da Ettore Navarra, il soldato ebreo cui viene dato l’ordine sadico e pornografico di immortalare esecuzioni e nudi femminili, leggiamo insieme talento e crudeltà, obbedienza e indifferenza a se stesso. Incrinate, l’una e l’altra, dal coraggio intelligente di Hirut, che si sottrae al ruolo di vittima del suo obiettivo per assumere quello di testimone e poi custode di un archivio d’immagini che raccontano la Storia e la rettificano. Anna NadottiRecensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho atteso moltissimo che Einaudi pubblicasse questo libro in Italia, non vedevo l'ora di poterlo leggere. Tuttavia, ne sono rimasta delusa. La storia è di indubbio interesse e merita assolutamente di essere raccontata, specialmente nelle scuole, alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi. Il problema è lo stile, non si legge facilmente e, per quanto mi riguarda, non è coinvolgente. Tendenzialmente i libri li divoro, questo è sul mio comodino da quando è uscito, sono passati mesi. Non so neanche se lo finirò, peccato.
personalmente prima di acquistare un libro mi soffermo sempre a leggere la trama sul retro, e da quella deduco se il libro può fare al caso mio oppure no. Questo volume rappresenta un'eccezione: pur non convinto della trama ho deciso di dargli una possibilità. Il libro racconta della campagna fascista in terra etiope toccando vari punti, oggi più attuali che mai: la spietata violenza dell’esercito italiano di fronte al popolo etiope gratuita e ispirata da un ingiustificato senso di superiorità , c’è quella degli uomini, bianchi o neri sulle donne considerate oggetti da sfruttare e sottomettere.
Il re ombra è un libro molto particolare. Da tempo non mi capitava di leggere un libro così strano. Strano nella struttura, strano nella narrazione, strano nella suddivisione temporale delle vicende e anche nella trama. Il tutto però funziona alla perfezione. Lo stile è molto particolare e riesce ad infilare nel giallo/thriller (perché in fin dei conti di questo si tratta) perfino un'ironia leggera e piacevole che alleggerisce il racconto.
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