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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2022
Vincitore del Premio Strega 2018. Vincitore del Premio Bagutta 2018. Finalista al Premio Campiello 2018.
Questo libro racconta la vita di questa ragazza ribelle, l'amore con Robert Capa, l'avventura di fotografare e la gioia di vivere nella Parigi degli anni Trenta.«Helena è scrittrice vera, attenta alla fabula ma ossessionata dalla realtà storica... Un libro bellissimo» – Roberto Saviano
Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l'amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l'irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt'altro motivo, a dare l'avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. È il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l'ascesa del nazismo, l'ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l'ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sono felice di aver letto questo libro perché non conoscevo bene Gerda Taro e perché ho avuto modo di rispolverare o scoprire episodi della Guerra di Spagna e della seconda guerra mondiale dimenticati. Ma...la.scrittura è davvero pesante, ripetitiva e così fitta di riferimenti a fatti storici da risultare aneddotica e confusionaria. I passaggi temporali tra passato e presente sono caotici e poco utili alla narrazione, sembrano servire soltanto a calcare il ritratto indimenticabile (di per sé già avvilente) di una Gerda fatalona, sfuggevole, superficiale e scontata.
Spinta dalla mia passione verso la fotografia e dal fatto che ha vinto il premio Strega nel 2018, ho iniziato entusiasta questa lettura, ma purtroppo il mio entusiasmo si è spento pagina dopo pagina. Non sono solita abbandonare un libro a metà, infatti l'ho continuato, ma ho dovuto leggerlo a voce alta (metodo che utilizzo quando ho bisogno di stare concentrata...) per arrivare alla fine. La difficoltà principale l'ho riscontrata soprattutto nei termini non tradotti (non ci sono note a fine pagina), e nel tipo di scrittura, a mio parere, per nulla scorrevole. Dall'altra parte ho apprezzato i racconti riferiti al carattere della protagonista, scoprendo così una fotoreporter forte e determinata pronta a tutto, persino alla morte.
Da subito tentata di abbandonare la lettura anche per colpa delle tante parole in lingua straniera che avrebbero tanto bisogno di una traduzione
Recensioni
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