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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2023
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Un libro più che contemporaneo; direi sincronico. Posso definire 'Quichotte' un metaromanzo favolistico-distopico. È a questo che mi ha fatto pensare, per la sua struttura di romanzo nel romanzo e le incursioni dell'autore nella narrazione. Egli prende spunto dalla storia di Cervantes - al quale viene attribuito il debutto di tale sviluppo stilistico proprio nel 'Don Chisciotte della Mancia' - ma ci sono riferimenti anche a Pinocchio e Peter Pan, ed è molto interessante come Rushdie ne ha gestito le analogie, l'impronta picaresca e la fusione col presente. Anche le fantasmagorie si amalgamano bene col tutto. "Le disse che voleva prendere posizione contro la distruttiva e ingannevole spazzatura culturale del suo tempo come Cervantes aveva combattuto contro la spazzatura culturale della sua epoca." Le due linee narrative non sono difficili da seguire; si intersecano e si fondono. I registri adottati sono vari: alto e basso, favolistico e quotidiano che movimentano la narrazione restituendo efficacemente la molteplicità della vita umana. "Una parentesi, gentile lettore, se me la concedi: si potrebbe sostenere che le storie non dovrebbero debordare in questo modo, che dovrebbero svolgersi in un luogo o in un altro, mettere radici nell'altro o nell'uno e sbocciare da quell'unico suolo; eppure molte delle storie odierne sono e devono essere così, plurali e debordanti, perché si è verificata una specie di fissione nucleare nelle vite e nelle relazioni umane [...]." Non avevo ancora letto nulla di Salman Rushdie, ma questo è un gran libro e lui uno scrittore abile e arguto. Get well soon, Maestro!
Da ragazzo ho attraversato una fase di scrittura compulsiva. Il mio desiderio era di scrivere tutto di tutti. Stupidaggini e filosofia. Io sono nessuno ma Rushdie con Quichotte è nella stessa fase: scrive (certo molto bene) tutto ciò che gli passa per la mente: il reale e l'assurdo, la politica e l'ecologia, il passato e il futuro. A volte anche con colpi di genio. Ma per me troppo, troppo di tutto. Con lo stesso materiale poteva scrivere cinque romanzi e avrebbe forse conquistato il mondo. Forse.
Quasi sempre quando leggo Rusdhie mi chiedo: ma cosa può avere in testa un autore del genere, che quantitativo illimitato di creatività e fantasia possiede. Quichotte è un libro che ti travolge, senza una vera e propria trama, ma piuttosto lo svilupparsi di realtà parallele, che si intersecano fino all'ultima pagina. Personaggi speculari, proiettati, riprodotti, creati da nulla o sognati. All'inizio pensi...non ce la farò mai...poi ti rendi conto che non riesci a smettere di leggere. Questa è la grandezza di Rusdhie.
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