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possiedo la prima edizione, quest'opera rappresenta il futuro
Il libro che qui si recensisce è la principale opera teorica di Dugin, noto filosofo russo, conosciuto per essere il più importante consigliere di Putin ed ispiratore della sua azione geopolitica. La Quarta Teoria Politica prende le mosse dal fatto che le tre filosofie politiche che l’hanno preceduta (socialismo, fascismo, liberalismo) si sono esaurite nel corso del XX secolo e l’unica ideologia che è sopravvissuta e domina incontrastata nel mondo è la liberal democrazia, che nel campo dell’economia si esprime attraverso la globalizzazione. Per Dugin questa ideologia è prevalsa sulle altre due perché rappresenta il pensiero dominante negli USA, l’ultima superpotenza rimasta dopo il crollo del blocco comunista e secondo alcuni studiosi il liberalismo è destinato a espandersi su tutto il globo, creando così un mondo unipolare non avendo concorrenti. Per il filosofo russo, la 4TP deve essere alternativa alle tre precedenti esperienze politiche, basate rispettivamente sulla dittatura del proletariato, dello Stato e della razza; questa nuova filosofia politica non può quindi ricondursi al marxismo materialista, alla statolatria corporativa fascista e al razzismo biologico nazista. Dugin intravvede nel nazionalbolscevismo – corrente ideologica nata negli anni ’20 in Germania ad opera di Niekisch, Jünger e altri pensatori oppositori nel nazismo hitleriano – e nell’euroasiatismo le ideologie più vicine al suo pensiero; anche l’intellettuale francese Alain de Benoist, principale esponente della Nuova Destra europea, è considerato un punto di riferimento dall’Autore, per il quale è da rivalutare la Rivoluzione Conservatrice sviluppatasi tra il 1918 e il 1932 sempre in Germania. Il volume, che a parte alcuni refusi, si presta ad una piacevole lettura pur presentando alcune difficoltà per chi non ha dimestichezza con la filosofia e i suoi termini che in parte vengono chiariti. Il testo è quindi consigliato a chi voglia andare oltre la “fine della storia” predetta da Fukuyama.
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