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scheda di Battaggia, P., L'Indice 1990, n. 2
Non c'è indirizzo teorico e di ricerca nel campo della psicologia e della psichiatria che non abbia tentato di dare un contributo alla soluzione dei problemi posti dalla schizofrenia. I risultati finora ottenuti non consentono ancora di poter tracciare un quadro universalmente condiviso della condizione schizofrenica per quanto riguarda i criteri di diagnosi e classificazione, l'eziopatogenesi e la terapia. Cutting, psichiatra e ricercatore inglese, ci presenta sull'argomento una delle più ampie e aggiornate rassegne attualmente disponibili. Egli traccia la storia, fin dai tempi più remoti, delle concezioni che hanno cercato di cogliere l'essenza del disturbo. Analizza poi, per ogni singola funzione psichica, i risultati delle ricerche condotte su soggetti schizofrenici, su soggetti sani in condizioni sperimentali e su portatori di lesioni del sistema nervoso. L'esame comparato dei dati così ottenuti lo induce a formulare l'ipotesi di un difetto funzionale dell'emisfero cerebrale destro che renderebbe il soggetto più vulnerabile di fronte a determinati fattori socioambientali. È da considerare accertato il peso di una componente genetica, così come risulta provata l'influenza dell'ambiente familiare sul decorso della malattia. È dimostrabile l'efficacia, entro certi limiti o solo per alcuni aspetti del disturbo delle terapie farmacologiche e di alcuni interventi ambientali. Poco o per nulla provata è invece l'efficacia delle psicoterapie individuali, soprattutto nelle forme intensive di matrice psicoanalitica o psicodinamica. L'impostazione del lavoro di Cutting è del resto destinata a penalizzare severamente le costruzioni teoriche basate su ipotesi di difficile o impossibile verifica empirica. Al vaglio della sua critica metodologica non appaiono sorrette da prove sufficienti nemmeno teorie ampiamente diffuse in un recente passato, tanto da entrare a far parte integrante della formazione di generazioni di psichiatri e psicoterapeuti, come le spiegazioni eziologiche risalenti ad un disturbo della comunicazione familiare. Anche le ipotesi formulate dalla ricerca biologica sono sottoposte ad una serrata critica e subiscono in molti casi un drastico ridimensionamento. L'imponente massa di dati contenuta in questo libro è esposta con esemplare chiarezza anche dove il testo affronta argomenti tecnicamente assai complessi. Il riepilogo posto a termine di ogni capitolo ne restituisce il senso in forma accessibile anche al lettore non esperto. È una lettura, oltre che istruttiva, molto stimolante per chiunque anteponga il rigore dell'indagine sperimentale e della correttezza metodologica al fascino della speculazione teorica.
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