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Pinelli. Una finestra sulla strage - Camilla Cederna - copertina
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Pinelli. Una finestra sulla strage
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Pinelli. Una finestra sulla strage - Camilla Cederna - copertina
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Descrizione


Milano, 12 dicembre 1989: una bomba esplode nella Banca dell'Agricoltura di piazza Fontane causando 17 morti e 95 feriti. La polizia ferma alcuni esponenti del movimento anarchico, tra cui Pietro Valpreda e il ferroviere Giuseppe Pinelli che, la notte tra il 15 e il 16 dicembre, precipiterà da una finestre delle questura milanese. È suicidio, incidente o defenestrazione? La cronista dell'"Espresso" Camilla Cederna è tra i primi ad arrivare sul luogo della tragedia. Attraverso interviste, testimonianze e trascrizioni delle udienze, la ricostruzione della Cederna svela incongruenze e occultamenti sulle cause della morte del ferroviere anarchico e restituisce con fedeltà il clima politico di quegli anni.
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Dettagli

Net
2006
6 aprile 2006
XIII-153 p., Brossura
9788851522094

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sasso
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Ci sono due o tre cose da precisare per chi dovesse apprestarsi a leggere questo libro. La prima è che la Cederna non era comunista né di estrema sinistra: per chi votasse sono fatti suoi, ma la sua estrazione era di liberale di sinistra di famiglia borghese; e da questa estrazione non si distaccò mai; collaborava all'Espresso, si recò sul posto del fattaccio insieme a Giampaolo Pansa e Corrado Stajano (certo non due bolscevichi) e, benché non li dimostrasse, nel 1969 aveva già 58 anni, ed era quindi arrivata in ritardo sulla generazione del '68. Seconda cosa, è ormai chiaro che le cose non andarono come la raccontarono i funzionari della questura e cioè Pinelli non si buttò, troppe le contraddizioni dei testimoni e troppo strane le circostanze del "volo" (l'ambulanza chiamata alcuni minuti prima della presunta caduta). Terzo, le pur evidenti responsabilità - in fondo Pinelli era affidato alla sua "custodia" seppure illegittima - del commissario Calabresi non giustificano affatto chi, a distanza di quasi quattro anni dai fatti, lo uccise barbaramente. In conclusione va detto che questo della Cederna è un libro interessantissimo e sofferto, assolutamente da leggere. Come dice la Cederna concludendo il libro «Pinelli è infine un simbolo che va al di là del suo tremendo destino. È la prova che la giustizia non è uguale per tutti: da una parte lo stato coi suoi baluardi da difendere, dall'altra il cittadino senza diritti, ed è proprio per questo che, per la prima volta nel dopoguerra, il suo caso ha mosso in modo così massiccio una così larga schiera di opinione pubblica democratica».

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sofia
Recensioni: 5/5

ottimo esempio di giornalismo investigativo, attenzione ai fatti, stile originale. un'inchiesta meticolosa, precisa e credibile.

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Mez
Recensioni: 5/5

Grandissima Camilla, un'inchiesta come non se ne fanno quasi più. Fu attaccata e processata per questo libro. Un libro da non perdere.

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Conosci l'autore

Camilla Cederna

1911, Milano

Giornalista e scrittrice italiana. Si laurea in letteratura latina con una tesi intitolata "Prediche contro il lusso delle donne dai filosofi greci ai Padri della chiesa". Il suo esordio nel giornalismo data al 1939 su "L'ambrosiano", quotidiano milanese vicino al Partito nazionale fascista. Dal 1945 al '55 è redattrice nel settimanale "L'Europeo". Dal '58 all''81 è inviata per "L'espresso", dove è pure titolare di una famosa rubrica di fatti di costume: "Il lato debole". Negli anni novanta collabora con la rivista "Panorama".Pungente commentatrice dell’evoluzione del costume borghese italiano (Signori e signore, 1966; Il lato debole, 1977; Il mondo di Camilla, 1980; Il lato debole e il lato forte, 1992), ha indagato con passione politica sui «misteri»...

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