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Anno edizione: 2020
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«Una ricerca minuziosa per un opportuno riequilibrio nella memoria collettiva» - Antonio Carioti, La Lettura
La memoria di piazzale Loreto è una memoria incompiuta, che non è riuscita a diventare memoria fondativa dell'Italia libera e democratica, poiché in essa si intrecciano le contraddizioni di oltre settant'anni di storia: dai conti mai risolti con il fascismo ai conflitti politici durante la guerra fredda, fino alla memoria debole e post-ideologica di oggi, che si logora tra la retorica delle vittime e quella della pacificazione. All'alba del 10 agosto 1944 quindici antifascisti detenuti nel carcere di San Vittore furono fucilati sul piazzale, senza regolare processo o specifica incriminazione, da un gruppo di militi fascisti su ordine degli occupanti tedeschi. I corpi furono ammassati contro una staccionata di legno e lasciati lì fino al tardo pomeriggio. I milanesi ammutoliti vi assistettero sgomenti e nel silenzio la piazza fu subito ribattezzata piazzale Quindici martiri. Nei giorni della Liberazione, il 29 aprile 1945, furono portati in piazzale Loreto i corpi di Mussolini, di Claretta Petacci e dei gerarchi fascisti uccisi sul Lago di Como. La folla euforica e inferocita accorse per vedere la fine del regime.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Necessaria e importante è questa ricerca storica: ci dimostra che l'eccidio dei quindici antifascisti milanesi ad opera delle milizie fasciste è stato l'evento fondante di Piazzale Loreto, oscurato nella memoria e nell'uso pubblico della storia dall'esposizione dei corpi di Mussolini e dei suoi gerarchi avvenuta quasi cinque anni dopo, nella mattina del 29 aprile 1945.
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