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Anno edizione: 2013
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Per chi non conosce Sitchin, questo è sicuramente il libro da cui iniziare per conoscerne l'opera. Il libro può dividersi in due parti: la prima è essenzialmente storica ed accompagnata da riferimenti ai ritrovamenti archeologici; nella seconda parte, invece, attraverso l'interpretazione del poema sumero "enuma enlish" e di taluni passi della Bibbia, Sitchin trae le conclusioni della sua ricerca. Gli "Dèi" non furono esseri spirituali nè tanto meno la personificazione di forze della Natura, bensì esseri viventi aventi la stessa "immagine e somiglianza" umana ma capacità fisiche e intellettuali decisamente superiori alla nostra specie. Tutto ciò mi è risultato decisamente verosimile e del tutto in linea con le prove fornite da Sitchin e da altri autori. Non altrettanto attendibile mi sembra possa essere l'assunto che esista un dodicesimo pianeta, chiamato Nibiru dai Sumeri, dal quale proverrebbero gli Dèi (Anunnaki). Non ritengo che si possa far coincidere il termine "Cielo" con Nibiru quando Sitchin afferma che "Anu si prese il cielo, Enlil la Terra e ad Enki (Ea) toccò il mare prima l'Abzu poi". O almeno non è credibile che esista o sia esistito un pianeta avente le caratteristiche astronomiche che Sitchin attribuisce a Nibiru: per Sitchin, Nibiru avrebbe l'orbita simile a quella di una cometa ed il suo periodo di ritorno sarebbe di circa 3600 anni. Se proprio si volesse porre il "cielo" fuori dal nostro pianeta, e si volesse dar credito alle raffigurazioni sumeriche di un ulteriore pianeta del sistema solare, ritengo che si possa ipotizzare che la fascia degli asteroidi (F.A.) non derivi dall'antico Tiamat da cui, secondo Sitchin, deriverebbero anche la Terra e la Luna, ma la F.A. potrebbe derivare da un pianeta esploso, Nibiru appunto. E questa esplosione potrebbe essere stata non naturale ma causata da una civiltà più evoluta di quella umana ma parimenti autodistruttiva. Un libro da non perdere per il lettore che brama conoscere sulle origini della razza umana.
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