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(scheda pubblicata per l'edizione del 1985)
scheda di Pagella, E., L'Indice 1985, n. 8
Ci sono formule che hanno goduto di una certa fortuna negli studi sull'arte medievale europea, anche se caratterizzate da una genericità che è più quello che occulta che quello che realmente spieghi. E il caso, ad esempio, di molte delle categorie che ruotano intorno agli "influssi bizantini" e a quelli "orientali". Le pagine dedicate da De Francovich a questo tema sono un eccellente antidoto contro la superficialità un po' disinvolta con cui spesso viene evocato il problema dei contatti tra Oriente e Occidente. Scritti su un arco di anni che va dal 1951 al 1974, i cinque saggi raccolti nel volume, individuano e precisano le diverse componenti dell'arte uscita dalle officine di Bisanzio, analizzandone i rapporti dinamici con la produzione della Siria e della Persia sasanide, tradizionalmente considerate aree "periferiche" rispetto a Constantinopoli e dotate invece di una vitale individualità, destinata ad incidere anche sugli sviluppi del mondo artistico occidentale. Questo scavo sui caratteri ricettivi dell'arte bizantina fa da base ad una nuova lettura dei fenomeni legati alla sua diffusione: il passaggio Costantinopoli-Ravenna-Roma nell'articolo sui perduti mosaici di Nicea e le nuove proposte sulla brocca di Saint Maurice d'Agaune, al centro di un dibattito attributivo che, incerto tra origini bizantine, persiane, islamiche e persino carolinge, con datazioni oscillanti tra VII e XII secolo, dà la misura dell'importanza che riveste la puntuale revisione condotta da De Francovich.
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