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Delizioso: leggero senza essere banale!!! Consigliato
Quattro vite, differenti una dall'altra, si "scontrano" in circostanze del tutto fortuite, per scoprire poi, nonostante tutto, di avere insospettabili punti in comune. Tutto si svolge sotto la gentile e affettuosa supervisione dei loro fantasmi: la cara moglie perduta da poco, un amico prezioso. Un libro garbato, delicato soprattutto nell'affrontare la solitudine che, silenziosa, avvolge i personaggi e a cui giovani e anziani trovano rimedi diversi ma ugualmente efficaci. Una lettura che non si intraprende per un particolare motivo, ma che, proprio per questo, sorprende e conquista; la sua leggerezza è un efficace antidoto contro i "pensieri bui" e lascia un piacevole senso di appagamento anche nei lettori più esigenti.
Il libro potrebbe sembrare triste se uno si ferma al fatto che uno dei protagonisti vede la moglie morta, invece lo stile breve dei capitoli rende agile la lettura e seppur storie distinte sono tutte collegate senza saperlo. Consiglio di leggerlo!
Recensioni
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“Sa come si dice, la perfezione non è di questo mondo.” Che rilassante banalità.
“Se è per questo, neppure dell’altro.”
Nella Torino di metà marzo, fra le corsie delle Molinette e il parco del Valentino, Daniela Mattalia intreccia il reale e il fantastico per raccontare le piccole increspature delle vite di quattro personaggi che si sfiorano e si scontrano fino a diventare l’uno la salvezza dell’altro.
L’ironia, la delicatezza e la semplicità fanno da cornice a una commedia i cui attori sono alle prese con le sfide di ogni giorno e di ogni tempo. Adriano è in cerca del fantasma del suo amore perduto, per quanto ciò gli sembri assurdo. Gemma è distante anni luce da sua madre, che ritiene un’eterna bambina. Olga, che ha dedicato la sua gioventù a un amore sfortunato, ora vive in compagnia del suo gatto, confortata dalle telefonate del Filo d’Argento. Fausto crede di avere una vita sentimentale perfetta, ma presto si rende conto che la realtà è ben diversa.
Le mancanze, le perdite, le domande che ognuno si pone sono il motore che li spinge a cercarsi e a rincorrersi, facendo spazio nella loro vita all’altro. Ad arricchire l’intreccio vi sono le figure del tassista Angelo che, come una sorta di traghettatore di anime, attraversa i mondi dei protagonisti, e del cane Archibald che, con la vivacità del disneiano Pongo, conferisce leggerezza e rappresenta la spontaneità che tutti anelano.
L’incomunicabilità, la perdita, l’amore, la solitudine dell’anziano e del giovane, il tanto favoleggiato aldilà sono i frammenti che con tenerezza il romanzo della Mattalia cerca di ricomporre.
L’autrice propone un’idea laica e disincantata della vita dopo la morte, secondo la quale i defunti, sospesi e incerti quanto i vivi, continuano a subire il fascino del mondo terreno che, seppure insidioso quanto imprevedibile, rimane fonte di piccoli momenti di felicità. La morte, che non dona l’onniscienza ma è solo un altro passo verso l’insondabile altrove, viene affrontata con disincanto e resilienza in un racconto che nel sorriso e nell’arte di riconoscersi trova i suoi punti di forza.
Recensione di Elena Gallo
Si ringrazia il Master Professione Editoria dell'Università Cattolica di Milano
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