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Delizioso: leggero senza essere banale!!! Consigliato
Sono quattro le vite, i micromondi, che ci permettono di costatare quanto tutto sia relativo e importante allo stesso tempo, come le diversità sono spesso i poli di una calamita che si attraggano. Infatti, cosa avranno da spartire un ex professore di filosofia, Adriano, da poco vedovo che pur vede ancora il fantasma della moglie nelle corsie di un ospedale, e Fausto, giovane illustratore impigliato in un vita apparentemente perfetta, ma restando a galla come un pesce in difficoltà? E cosa potranno mai dirsi nelle loro conversazioni del sabato Olga, anziana ex infermiera dalla vita impeccabile e Gemma, libraia di ventinove anni in cerca di solide risposte e alla prese con una madre che lei reputa troppo ingenua per difendersi da sola? Lo so, la risposta potrebbe essere “nulla”. Ma così non è, e ciò rende questo romanzo così particolare, rende i suoi personaggi comuni ma avvolti in una luce particolare, perché sono lì nel posto giusto al momento giusto. Un po’ come Ernesto, che in questo romanzo sembra solo una comparsa, ma saprà dare una chiave di lettura particolare.
Deliziosa trama-calembour che fa sorridere e intenerisce. A tratti scaccia i pensieri, a tratti li suscita. Due ore trascorse piacevolmente, tanto da dimenticare qualche piccola scivolata sintattica.
Recensioni
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Adriano è un professore di filosofia, in pensione, da poco rimasto vedovo. Gemma è una ragazza allegra e sensibile, che non ha ancora trovato la persona giusta. Fausto invece è un ragazzo creativo e scanzonato, in cerca di una strada professionale e personale. Olga, per finire, è una signora sobria e brillante, forse un po’ sola. Ah, e non dimentichiamo Archibald, il bracco esagitato di Fausto, che corre e sbava da tutte le parti. Quattro storie, quattro vite (e mezzo) apparentemente diverse e distanti che si ritrovano pian piano intrecciate nella trama dolce e piacevole del romanzo di Daniela Mattalia, La perfezione non è di questo mondo.
Tutto ha inizio con Adriano, l’anziano professore che ha da poco perso l’amata moglie Giulietta e che ha un segreto del quale si vergogna un po’: la moglie non c’è più, ma lui continua a vederla tra le corsie delle Molinette, come un fantasma birichino. Adriano sa che non può essere vero, eppure lei è lì, che lo guarda e sorride. E se fosse possibile? Chi l’ha detto che morendo si debba per forza andare in un altro mondo, in un paradiso perfetto e lontano? Mentre Adriano cerca di capirci qualcosa, sul suo cammino incrocia gli altri personaggi, anche loro in effetti alla ricerca di risposte, chi sul proprio passato, chi sul futuro. Storie semplici, di vita quotidiana, con i piccoli grandi problemi che dobbiamo affrontare tutti i giorni: amori, amicizie, solitudine, realizzazione lavorativa. E, così, tra dialoghi brillanti e qualche colpo di scena, si intrecciano nuovi amori, nascono amicizie: il cerchio si chiude, con Archibald che tira il guinzaglio da tutte le parti fino a quando i quattro protagonisti non imboccano la stessa strada, e tutti i problemi sembrano trovare una soluzione.
"Ma senti Ernesto, di là com’è? Che cosa c’è? E Dio, che tipo è?" Ernesto fissava il vuoto. "A dirti la verità, mia cara, non ne so granché. Non ci sono ancora stato, rimando sempre. Credo che stiano tutti bene, che siano tutti abbastanza felici. Una specie di riunione condominiale dove tutti vanno d’accordo." (p. 164)
Un romanzo piccolo piccolo, ma capace di entrare nel cuore con leggerezza e umorismo. Ti strappa un sorriso, ti invoglia a girare pagina, e pian piano i protagonisti trovano spazio dentro di te. Sembra quasi di vederli, un signore distinto che guarda lontano, malinconico, mentre un ragazzo che insegue un cane indisciplinato adocchia una ragazza carina che fa jogging. Una storia leggera, ma non banale, ironica e tenera, dedicata a chi vuol sorridere e, soprattutto, rivolta a tutti quelli che hanno sofferto per una perdita perché, con delicatezza, aiuta a vedere il lato dolce e piacevole dell’esistenza.
Recensione di Chiara Barra
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