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La convinzione dell'autore è che la pedagogia come "trasmissione di modelli" non funzioni più da un bel pezzo, e quindi la Umbildung ermeneutica, che le prospettive più attuali delle scienze sociali portano alla letteratura sulla comunicazione, possa essere verosimilmente "usata" come crocevia tra il sapere classico e le intelligenze collettive, orientando l'attenzione sulla doppia necessità di "educare la comunicazione" e di "comunicare l'educazione". Questo il combustibile teorico ai Paradigmi e intersezioni del libro, che l'autore modella anche e soprattutto come strumento didattico versatile, attraverso un'esposizione che, oltre a dar conto dei principali orientamenti sulla fondazione storico-semantica dell'info-comunicazione (dall'Encyclopédie ai modelli informazionali) e delle teorie formative e comunicative, antiche e moderne, affonda la lama dell'analisi critica nello spazio alternativo che il tempo presente ha confezionato per le humanities. E allora, accanto al dispiegamento delle prospettive teoriche centrali della storia delle idee occidentale (la filosofia di Heidegger, Lévinas, Adorno; la sociologia di Bauman, Beck, Klein; l'antropologia di Geertz, Clifford, Caillé), può capitare di mettere queste ultime in cortocircuito con i paradigmi altridella cultura orientale e taoista studiati da Jullien, di ripensare le teorie del dono nella lezione di Starobinski e di Bataille, di incrociare le arti e le forme d'espressione di Borges, Kokoschka, Spielberg, ma anche di apprezzare "scontri diretti" tra Spinoza e Lacan, Damasio e Lévy. Tutto questo fa del volume uno strumento nel senso filosofico del termine, ovvero una risorsa non solo di studio ma anche di riflessione, che unisce l'armamentario del manuale alla libertà intellettuale del saggio. Nella mistione di intuizioni filosofiche e di suggestioni letterarie, Semeraro tesse il racconto di una modernità sempre in bilico tra il pre e il post, aprendo a scenari socioculturali in continua definizione e contribuendo alla formazione di un'idea tollerante ed emozionale della comunicazione; una comunicazione che dovrebbe sconfessare le scorciatoie del sapere "aziendale" e che si dovrebbe orientare in una direzione che "non manca di aspirazione all'eutopia, da intendersi come cura (ecologica) di un'offerta comunicativa ben radicata in un'etica della responsabilità". Mimmo Pesare
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