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Il patto germano-sovietico. La storia e la leggenda - Angelo Tasca - copertina
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Il patto germano-sovietico. La storia e la leggenda - Angelo Tasca - copertina

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eum
2009
3 dicembre 2008
160 p., Brossura
9788860561336

Voce della critica

Lo scritto di Tascache Michele Millozzi propone per la prima volta in edizione italiana fu originariamente pubblicato nella collana di saggi del periodico francese "Preuves", emanazione francofona di quel Congresso per la libertà della cultura che per tutti gli anni cinquanta e sessanta avrebbe costituito il principale polo d'aggregazione per gli intellettuali impegnati, al di là come al di qua dell'Atlantico, in uno sforzo collettivo di "antisovietismo culturale".
Il contesto è dunque quello della piena guerra fredda, e precisamente la "prima linea" del fronte culturale francese, ove il Tasca del dopoguerra si colloca nelle vesti di un solitario ma attivissimo protagonista, consacrato a un'intensa opera di studioso e di pubblicista, volta alla riflessione critica sullo stalinismo come degenerazione ideologica del comunismo e alla denuncia della politica estera sovietica come minaccia totalitaria all'equilibrio geopolitico internazionale.
Le pacte germano-soviétique, l'histoire et le mythe nasce come risposta a un corposo pamphlet firmato dagli storici comunisti Jean Bouvier e Jean Gacon, che nel giugno 1953, nel pieno del dibattito intorno alla costituzione della Comunità europea di difesa, aveva riportato d'attualità i capisaldi della "leggenda" filosovietica sul patto Molotov-Ribbentrop. Con dovizia di riferimenti storici e documentari, disinvoltamente rimaneggiati per "esigenze di copione", La Verité sur 1939 celebrava il patto – "Poiché non si riesce a farlo dimenticare lo si celebra", commenta Tasca – in quanto elemento strategico determinante per la preparazione della vittoria sulla Germania nazista, rivendicandone nel contempo il carattere di mero accordo di non aggressione, gesto di autodifesa imposto all'Urss dall'ipocrisia e dagli spegiudicati calcoli dei governi inglese e francese spalleggiati dagli Stati Uniti.
Di quella sedicente opera storiografica Tasca sconfessa uno dopo l'altro, attraverso una meticolosa e incalzante disamina di fatti e documenti, i meccanismi della riproduzione artefatta degli eventi, dai falsi alle "contro-verità o semi-verità", ai "silenzi prudenti o cinici", il più clamoroso dei quali riguarda i protocolli segreti per la spartizione dell'Europa orientale: un tema i cui passaggi e retroscena Tasca aveva già provveduto a ricostruire cinque anni prima in Deux ans d'alliance germano-soviétique (Due anni di alleanza germano-sovietica, La Nuova Italia, 1951), a pochi mesi di distanza dalla pubblicazione da parte del Dipartimento di Stato americano dei documenti provenienti dagli archivi nazisti, ma la cui esistenza l'Unione Sovietica avrebbe continuato a negare fino al 1989.
Di fatto recensione destruens di una malaccorta operazione politico-propagandistica, Il patto germano-sovietico. La storia e la leggenda è uno scritto "d'occasione" soltanto in apparenza. L'opera di due "dilettanti asserviti" non varrebbe neppure la pena di essere tenuta in considerazione ("Uno storico non può perdere tutto il suo tempo a rovistare nella spazzatura", afferma Tasca), se non fosse per il fatto che a far da ombrello strumentale alle argomentazioni della polemica politica viene qui sfacciatamente assoldata la storia. E lasciare alla politica mano libera per addomesticare impunemente la verità storica significa mettere a repentaglio le garanzie stesse su cui si fonda la democrazia: "Quando la menzogna è tollerata o legittimata per ignoranza o per convenienza, – si legge nelle ultime pagine dello scritto taschiano – quando si gode del diritto di prescrizione, è la verità che viene bandita. E se alla verità si nega il diritto di cittadinanza, si pongono le basi di un regime dove non vi è più posto per la libertà".
La libertà passa necessariamente attraverso la presa di coscienza della verità, in primis della verità storica: ecco l'orizzonte ideale dell'impegno volto alla confutazione sistematica della propaganda filosovietica e profuso da Tasca nel dopoguerra. Un impegno che serba vivida eco di quella tenace "speranza di aiutare a meglio comprendere per meglio operare" che aveva animato anni prima lo straordinario sforzo di indagine storica e documentaria alla base di Naissance du fascisme (Nascita e avvento del fascismo, La Nuova Italia, 1950)e di cui questo breve saggio rappresenta un tassello importante.
L'edizione curata da Millozzi è corredata da un apparato critico ampliato e aggiornato oltre che da un'introduzione che si richiama efficacemente alla necessità di non sovrapporre il giudizio sulla controversa figura del "Tasca politico" nel considerare l'opera del "Tasca storico". Anche se, a ben guardare, l'interesse maggiore di questo scritto risiede proprio nell'intreccio inestricabile fra queste due "anime", cifra distintiva fra le più affascinanti nella figura dell'"eretico della sinistra" Angelo Tasca.
Daniela Muraca

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Conosci l'autore

Angelo Tasca

Angelo Tasca (Moretta, 19 novembre 1892 - Parigi, 3 marzo 1960) è stato un politico, scrittore e storico italiano. Già socialista, fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia, da cui fu espulso nel 1929. Emigrato in Francia e dirigente socialista, divenne un importante funzionario del regime di Vichy e, tuttavia, sotterraneo collaboratore della Resistenza belga e francese. Nel secondo dopoguerra si distinse per il suo acceso antistalinismo. 

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