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Dai libri sulla maternità e del rapporto madre-figlio, soprattutto scritti da donne, mi tengo sempre distante. Non sono due condizioni che cerco nelle mie letture, tanto più combinate e quando soddisfano la citazione latina messa da me per titolo perché riportata dalla Romano stessa. Ma ero comunque curiosa della scrittrice; mi è capitato questo e dico, vabbè, se mi intriga 'La battaglia di Lepanto', può arrivarmi qualcosa di buono anche dal trito Edipo risolto o meno, no?, basta che la scrittura valga la candela. Se mi piace come scrive, può conquistarmi anche con un trattato su Sbirulino. Lalla Romano viene dalla poesia e la sua prosa è felicemente priva di qualsiasi sentimentalismo e morbidezza; è secca e nervosamente cadenzata, e le parole fra loro - con buona pace del titolo del libro - sono tutt'altro che leggere. Non fa gridare al miracolo, però sì, mi è piaciuto il suo piglio e c'è qualche bello spunto; l'idea e la forma sono interessanti e per l'epoca pure coraggiose, per ciò entra di diritto nella mia risicata listarella delle scrittrici per me degne di essere considerate tali (sedici in tutto, Lalla compresa), e suo figlio è un ipocondriaco e tormentato simpaticone. «Ero dunque sorda, arida, dura. Come potevo non essere appagata una volta per tutte, capire tutto di lui una volta per tutte? Dev'essere che non c'è mai, una volta per tutte.» Non so però che altro eventualmente leggere di lei; mi sembra di aver capito che, in tutti i suoi romanzi, non si slega dall'autobiografismo. Se così fosse, per me è un po' un limite. Leggo con interesse i memoir degli scrittori che amo i quali, però, nella gran parte della loro produzione hanno anche la capacità di staccarsi completamente dalle loro vite, persone ed esperienze reali e vissute, per immaginare, inventare e costruire altri mondi in cui non sono mai entrati, ma che sono puro frutto di fantasia e talento narrativo: creativi e visionari, insomma. Vedremo.
Una madre che racconta il figlio, un ragazzo anticonformista, difficilmente inquadrabile, che si rapporta con il prossimo con austerità, quasi asociale, ma molto maturo e intelligente. Racconto privo di sentimentalismi, l'autrice continuamente si misura con le difficoltà nel decifrare, educare senza snaturare, questo figlio, facendo spesso autocritica si domanda il peso delle proprie responsabilità.
Le parole tra noi leggere vince il Premio Strega nel 1969 e vince più che meritatamente. Quando ho terminato questo romanzo ho subito colto lo spirito che spesso ho ritrovato nei titoli che hanno gareggiato per il prestigioso premio letterario, romanzi spesso vincitori dove l’introspezione , l’analisi restano le principali chiavi di lettura Lalla Romano scrive questo libro per il figlio Piero, per riuscire ad essere una madre corretta e giusta, ne ha necessità perché il loro rapporto è difficile, doloroso. Piero è il protagonista del romanzo, vive per lo più con la mamma a Cuneo, il papà è impiegato in banca a Torino. Si tratta di una sorta di diario, gli avvenimenti procedono in senso cronologico ma non c’è un vero e proprio filo conduttore, è una testimonianza ricca di documenti. Piero è un bambino diverso dagli altri. Estremamente intelligente e maturo per la sua età, forse è proprio questo che destabilizza sua madre, il rapportarsi a lui è complicato , Piero da risposte come un adulto, non lascia scampo, non è malleabile. Queste sue anomalie rispetto ai bambini con cui si rapporta lo porteranno presto ad allontanarsi, alienarsi dalla realtà , ed il rapporto tra i due collezionerà sempre più conflitti Piero è anche anomalo per il contesto che lo circonda, siamo negli anni 60 in pieno fermento studentesco eppure lui affoga nell’apatia, nutre qualche passione , per la scultura, la fotografia e la scrittura ma abbandona gli studi universitari divorato dalla noia, qualsiasi progetto non viene portato a termine vittima di una prepotente inerzia che sovrasta tutta la sua esistenza Si dice che sia il libro più controverso della Romano, certamente è un testo coraggioso , utile al mestiere di madre, una donna che non si arrende ad un amore irrinunciabile quanto doloroso
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