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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
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Romanzo scritto bene, che ci fa conoscere e apprezzare Lisbona, con una storia familiare che è un susseguirsi di disgrazie ,malattie e infelicità, ma che si legge con interesse e curiosità.
Un libro che tutti gli uomini dovrebbero leggere. E' sì un romanzo, ma quanta verità! Le donne mostrano tutta la loro forza, lo spirito di sacrificio, pure talvolta la rassegnazione, ma ne escono vincitrici. Gli uomini sono proprio come li descrive l'autrice: meschini. Io, uomo, ho letto il libro e dico: viva le donne, mogli e madri (le amanti non le considero). Pagine da brividi, di una intensità e carica emotiva che ho riscontrato raramente. Non conoscevo Romana Petri, è entrata di diritto nella mia personale top five.
E' un romanzo bellissimo, crudo e commovente; le protagoniste sono donne semplici, molto diverse tra di loro ma accomunate dal desiderio di maternità e dal dall'essere state disilluse dagli uomini su cui hanno posto la fiducia. Tutte e tre vivono ai margini della città, spesso consumate dalla fatica, dalla povertà, sono persone semplici e questo le rende care al lettore! Ofelia, che sembra non essere mai stata giovane e bella, non ha avuto la gioia di avere un figlio da amare ed ha accettato la doppia vita del marito come un evento inevitabile, cui adattarsi come fosse un destino inevitabile. La Margarita che non ha conosciuto sua madre, vive con semplicità e coraggio la sua esistenza miserabile senza chiedersi il perché; affronta con fiducia tutte le difficoltà sperando sempre in qualcosa di buono, lei non smette di sorridere alla vita e di credere nel futuro! Maria de Ceu, figlia di Margarita, indurita dalle difficoltà, dalla povertà, lei è pratica, schiva, indomita. Lotterà con tutte le sue forze per far curare la sua figlia maggiore, nata con una malformazione. Queste tre donne, tanto diverse tra loro sono il centro dell'opera e hanno in comune "la maternità": quella negata di Ofelia, quella tormentata di Margarita che alla fine sarà costretta a cedere la sua bambina a un'altra coppia pur di assicurarle una vita decente, migliore della sua, Maria di Ceo che dovrà lottare con i denti e con le unghie per dare un avvenire alla sua bambina malata. Il titolo trova la sua spiegazione nella frase che Maria rivolge al figlio prima di morire come a ricordare che una madre è sempre vicina ai suoi figli.
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