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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2009
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L'illusione che manca, il tracollo delle speranze del dopoguerra immediato il magro benessere coi suoi segni che comincia a chiedere pegno e a corrompere. E poi la storia privata intrecciata a quella collettiva in maniera indissolubile. Questa storia e' simile a quella di "L'ombra delle colline" ma scritta con uno stile qui scabro ed essenziale. Romanzo molto bello e molto denso da parte di uno scrittore di spessore, tra i migliori e piu' versatili del novecento italiano.
L'impossibile di una purezza politica pur abitando quei sentimenti dalla parte esatta, nobile, quella sinistra colta, inquieta con le sue sezioni agguerrite dove si esaltano virtù e principi, quel "noi siamo meglio, noi siamo seri" destinato invece a infrangersi pian piano nelle illogiche trame che divorano tutti. Un triangolo amicale-amoroso nella Torino operaia dove "nei mattini si respirava un'aria di ferro". E' Sperata a narrare la vicenda descrivendo il suo vissuto insieme al marito e all'amico: "Avevamo soltanto cercato di non negarci una cosa giusta e possibile in un mondo non ancora giusto e difficile. Non avevamo teso trappole, anche se non si era mai arrivati a una spiegazione vera". Lo sfondo è il paesaggio dei "tetti dentati delle fabbriche", una città dove "i negozi apparivano come nicchie di luce sfolgorante sotto l'anello dei portici"; siamo nel miracolo italiano agli inizi, quel ritratto sociale nel quale da più parti accontentarsi di un lavoro già fa intravedere - per paura o impreparazione - un senso di lotta come accantonato dal piccolo traguardo raggiunto, e che lo stesso Arpino definirà profeticamente "una sbronza collettiva che avrebbe prodotto tanti miasmi morali, tante nequizie". Fra i tre c'è un'intesa apparentemente perfetta, la trama di uno strambo idillio che funziona. Ma luce ed ombra son distanti solo nel vocabolario, mentre nella vita sono unite come un solo corpo. Le parole non allineano nulla, restano avvolte e inani "nel loro eterno veleno", e quel senso di libertà a tre come sotto controllo viene a di colpo squarciato da una scelta violenta. Scatteranno i sensi di colpa, i confronti aspri, un viaggio nelle coscienze singole che indebolirà sempre più ogni rocciosa realtà interiore. Ragione e sentimento sembrano allora sprovveduti e ignari marziani sotto la lente di una verità passabile. La vita sconfessa e smacca coi suoi improvvisi, e ci si scopre illusi e perdenti dentro un tragitto che prometteva altro. Arpino asciutto, e lirico.
Libro durissimo sulle ideologie di sinistra che campavano negli anni sessanta.La tragicita' del finale conferma la morte di quelle utopie.
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