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Recensioni Una nuova storia (non cinica) dell'umanità

Recensioni: 3/5

C'è un pregiudizio che per secoli ha condizionato la nostra storia: gli uomini sono egoisti, votati al male e alla guerra, a mettersi in lotta l'uno contro l'altro. Rutger Bregman, il giovane storico olandese che a Davos ha provocato i grandi ricchi del mondo invitandoli a pagare le tasse, interpreta con una chiave nuova il nostro passato per immaginare il nostro futuro sostenibile.

I migranti sono pigri parassiti. I banchieri sono avidi ricattatori. Chi riceve aiuto dallo stato sicuramente se ne approfitterà. L'uomo è una bestia, dicevano i re. Un peccatore, dicevano i sacerdoti. Una persona egoista, dicevano i contabili. Non c'è da stupirsi se, da sempre, le regole e le leggi che mettono ordine nella nostra vita in comune si ispirano all'idea che delle persone, per via della loro natura, non ci sia da fidarsi. Questa visione cinica dell'umanità viene da secoli di filosofia e di psicologia, è piena di echi nella letteratura e di prove nella storia. Insomma, è ovunque. E anche se nella storia c'è stato qualche tentativo di dimostrare la bontà della natura umana, l'egoismo e il cinismo sono le idee più antiche del pensiero occidentale. Per secoli siamo stati condizionati dalla credenza nella depravazione dell'uomo e abbiamo organizzato la società di conseguenza. E se ci fossimo sempre sbagliati? In questo libro, Rutger Bregman intreccia psicologia, economia, biologia e archeologia e ci accompagna in un viaggio attraverso la storia che dà nuove risposte a vecchie domande. Perché la nostra specie ha conquistato la terra? Come possiamo spiegare i nostri crimini più grandi? E, nel profondo, siamo inclini al bene o al male? La sfida è scommettere che, al contrario, gli uomini tendano a essere buoni. Con una serie di aneddoti affascinanti, nuove interpretazioni ed episodi dimenticati della nostra storia, dopo Utopia per realisti Bregman dimostra che cambiare il corso già scritto del nostro futuro è ancora possibile.

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