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Novelliere campagnuolo - Ippolito Nievo - copertina
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Novelliere campagnuolo - Ippolito Nievo - copertina

Descrizione


Quando Ippolito Nievo nella primavera del 1855 si dedicò al romanzo «contadinesco» (Il Conte Pecorajo) e al racconto campagnolo il genere era praticato da oltre un decennio. Vi lavorò con originalità e nell’intento di distinguersi in primo luogo da Giulio Carcano condusse una sperimentazione vigile misurandosi con i maggiori modelli letterari, tenendo aperto il confronto con i lettori e con i periodici. Esordì su «La Lucciola» di Mantova con "La nostra famiglia di campagna", un testo programmatico che affronta la grande questione del distacco tra le classi superiori cittadine e le plebi rurali, ostacolo al percorso di unificazione nazionale, e al tempo stesso funziona da serbatoio di temi e di strutture narrative. Nel giro di poco tempo seguirono altri racconti, alcuni divenuti celebri come "Il Varmo e i filò di Carlone, vecchio bifolco di Fossato". Ambientati nel vasto paesaggio della pianura mantovana e in quello più vario del Friuli, preannunciano in molte pagine il Nievo maggiore, quello delle "Confessioni d’un Italiano" e di "Rivoluzione politica e rivoluzione nazionale". Lo scrittore avrebbe voluto pubblicare in volume i racconti, ma sono stati gli studiosi a riunire le sue «novelle campereccie» includendo o escludendo dal novero Le Maghe di Grado e La corsa di prova (originariamente L’uomo fa il luogo e il luogo l’uomo). Della discussione si dà conto nel saggio introduttivo dove si spiegano, tra l’altro, anche le ragioni della scelta operata per questa edizione nazionale.
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Dettagli

2024
06 settembre 2024
784 p., Brossura
9788829721139

Conosci l'autore

Ippolito Nievo

1831, Padova

Ippolito Nievo è stato uno scrittore e patriota italiano. Figlio di un magistrato della piccola nobiltà mantovana, e di una contessa friulana, nel 1848 si appassiona al programma democratico di Mazzini e Cattaneo e partecipa alla fallita insurrezione di Mantova. Per questo motivo, la famiglia lo allontana per un certo periodo dalla Lombardia e il giovane Nievo si trasferisce prima a Firenze e poi a Pisa. In Toscana entra in contatto con gli esponenti del partito democratico di Guerrazzi e probabilmente partecipa, nel 1849, ai moti risorgimentali di Livorno contro gli Austriaci.Al suo ritorno si iscrive alla facoltà di legge all'Università di Pavia, e nel 1852 inizia l'attività di pubblicista nel quotidiano bresciano «La Sferza», collaborando anche...

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