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Ho voluto leggere anche questo libro per chiudere il cerchio delle vicende legate alla costa Concordia. Non è per tutti leggere storie di questo tipo, ma quando mi addentro in una faccenda voglio arrivare al suo fondo, al limite oltre il quale non è più possibile sapere qualcosa. Davvero stupefacente scoprire nelle ultime pagine come sia nata la decisione di raccontare la Costa Concordia da un’altra prospettiva ancora, quella del vicesindaco dell’isola del Giglio, Mario Pellegrini, imprenditore e politico intelligente e impetuoso, un vero toscano con la passione per le battute e le chiacchiere rumorose, prima persona ad esser salita sulla nave “prima che si rovesciasse. Non è un soccorritore, non ha con sé alcun tipo di attrezzatura, tantomeno il giubbotto di salvataggio. Ha rischiato di essere inghiottito dal mare nel momento in cui la Concordia si è adagiata sugli scogli. Ed è ancora lì, in apparenza senza paura, determinato a salvare più persone possibili. È un eroe o un incosciente?” Emozionante è leggere di come accada, “nella vita, di incontrare persone con le quali si creano sintonie non spiegabili con la sola ragione. Mario Pellegrini e Simone Canessa (secondo ufficiale di coperta e cartografo di bordo) sono uomini molto diversi tra di loro, per età, formazione e temperamento. Impetuoso e impulsivo il primo, razionale e scrupoloso il secondo. Tanto refrattario alle regole l’uno, quanto rigoroso l’altro. Ma in quella fredda notte di gennaio, sui ponti della nave morente, i due uomini non hanno bisogno di parole per spiegarsi. La loro intesa è tale da farli agire in perfetto accordo, quasi si fossero esercitati per mesi. Invece gli eventi di quella notte non sono mai stati nemmeno immaginati.” Non mi sento di definire (e mai lo farò) questi libri e i relativi podcast come l’ennesima speculazione sulla tragedia, perché aprono la mente e fanno conoscere le cose per come sono andate. Ci sono storie vere di umanità, di coraggio, di generosità e di speranza.
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