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Anno edizione: 2015
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Con Genet anche se ti aspetti di ricevere messaggi disturbanti, la tua intima preparazione non é sufficiente. Fin dai primi inizi la fellatio accostata come immagine ad un campanile immerso in una nuvola ti colpisce allo stomaco ed é anche capace di autocelebrarsi in carcere immerso nelle sue fantasie masturbatorie, ma quello che non ti aspetti é poi di trovarti di fronte all'apologia dell'assassinio a sangue freddo. Apologia che é sinteticamente descritta, ma che si sente essere qualcosa di passionale, di vissuto, senza il tramite indiretto, come fa lo scrittore di genere, dell' ispirazione tratta dalle pagine di cronaca nera. Ciò premesso la prosa lirica dell'autore riesce in vari episodi a rendere in modo poetico le ansie dell'essere umano e lo squallore di certe vite. Fra tutti il mio preferito é quello della descrizione degli inizi della povera vita di vagabondo di Culafroy/Divina in bilico fra croste di pane trovate nelle pattumiere ed il "canto del Gardenal".
Sembra quasi di vederlo Jean Genet nella sua cella tetra e fredda che freme di piacere a dar vita a Notre-Dames-des-Fleures, che si droga dell’ipontismo sensuale dei suoi personaggi e li ama come creature soprannaturali. L’opera è qualcosa di sorprendente e geniale, vibrante e vitale in tutte le sue parti. Assume toni lirici e osceni tra le vie di Parigi, i bassifondi della città, tra i demoni del vizio, sulla soffitta di Montmartre che si affaccia sul camposanto a ribadire che tutte quelle tenebre sono reali e non solo un’illusione dei sensi. Come disse Cocteau, questo libro turba e repelle. Tuttavia è inevitabile innamorarsene come di un amante che ti ha fatto perdere la testa abbandonandoti nell’orrore dello sconforto e la cui passione è destinata a scemare se non con un gesto estremo. Genet miscela l’estetismo e il flusso di coscienza costruendo un linguaggio altamente poetico, divino, gergale, erotico, perfetto per esprimere la sua realtà contemporanea, che supera l’epoca dei poeti maledetti ma di cui permane il disagio. Genet insomma è perfettamente inserito nella storia, ormai incensurabile, inevitabile, lui c’è in tutta la sua grandezza letteraria. Seppure il potere della mente vada al di là del reale, con questo autore tale confine non esiste, perché quello che crea la sua immaginazione è vissuto e sentito in quanto vita reale. Così come cambia i valori sociali e morali, potrebbe sovvertire la vostra vita.
"Si comincia con una superstizione da niente e si cade tra le braccia di Dio". Uno di quei (pochissimi) romanzi che ti cambiano la vita.
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