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Trovo che l'ambientazione del libro sia buona: un po' dappertutto nel testo si respira un'aria molto '007'. I dettagli del protagonista, le sue azioni e anche le sue frequentazioni sono ben rappresentate e in linea con il personaggio che tutti conosciamo. D'altra parte ci troviamo di fronte a un intreccio che risulta piuttosto debole e ingenuo. Il cattivo di turno è dipinto in maniera terribile, ma è liquidato in maniera troppo frettolosa, invece di partecipare al libro, sembra solo una comparsa con una nomea crudele, ma con poca sostanza. Tutta la trama è abbastanza prevedibile e poco articolata, oltre che poco logica, quindi non riesce nell'intento di coinvolgere il lettore, riesce solo a distrarlo in alcuni punti. La conclusione poi è decisamente affrettata, per un motivo inspiegabile. Tutto sommato si tratta di una lettura piacevole, ma nulla più, senza infamia e senza lode. L'edizione è in copertina rigida con carta avorio. La stampa è ottima, ma con corpo dei caratteri decisamente esagerato, evidente e sciocco espediente necessario per aggiungere artificiosamente volume a un libro altrimenti molto breve.
Mah! Come definirlo? Forse: "il tentativo definitivo di far resuscitare a nuovi fasti 007"? Si, perché Faulks ce l' ha messa proprio tutta, ma il tentativo è riuscito a metà (ad essere generosi). Dicianmocela tutta: la verità è che James Bond è finito; il protagonista di tante avventure è proprio morto. Rest in Peace! Amen. Ricordatevi di 007 e portate fiori freschi sulla tomba di questo personaggio della letteratura d' azione. Fine. Questo romanzo è stato concepito, oserei dire: "in laboratorio", esattamente come un continuo richiamo alle storie di J. Fleming dalle quali, ossessivamente, Faulks non ha voluto (o potuto) staccarsi. Ne è risultata una minestra riscaldatissima. Non voglio anticipare alcunché, ma la formula ormai è trita: 007 è in licenza, viene richiamato di corsa a Londra, viene informato in merito al nuovo psicopatico con lo scolapasta in testa di turno che vuole conquistare il mondo, Bond lo contatta e lo sfida all' ennesimo torneo sportivo (come Goldfinger a golf, come Emilio Largo al tiro al piattello, etc), Bond vince, il vilain (con lo scolapasta in testa) si inalbera,... il resto indovinatelo voi oppure leggetevi il libro che è di una noia mortale fino a tre quarti; poi prende un po' di vigore tanto da non doverlo abbandonare. Tuttavia, alcune note positive dobbiamo attribuirle a Faulks: non vi ha inserito alcuna inverosimile fanfaronata tecnologica alla film di Moore/Brosnan, il Bond di Faulks è abbastanza aderente allo stile di Fleming; intressanti inoltre i riferimenti alla storia non proprio edificante, per certi aspetti, dell' impero britannico e, infine, mi si passi un’ osservazione da appassionato di aerei et similia: Faulks è andato a scovare un mezzo mai usato prima d’ oggi in alcuna storia di spionaggio: l' ecranoplano, di cui i russi realizzarono alcuni prototipi per uso militare, veramente funzionanti. Voto: 2 per lo sforzo profuso, ma meriterebbe non più di un 1.
avete presente dalla Russia con amore di Ian Fleming ? bene questa e altra cosa. Romanzetto ambientato tra Teheran ed il Caspio, quindi in posti neppure particolarmente esotici (almeno per me) banale e stereotipato nei personaggi. ennesimo tentativo fallito di copiare l'originale: Gardner, Benson ed ora quest'ultimo sconosciuto autore che stanno a Sean Connery come i successivi Moore, Dalton e altri.
Recensioni
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Torna la saga della spia più famosa, James Bond è tornato: con Non c'è tempo per morire, Sebastian Faulks si conferma lo scrittore più adatto per riprendere la serie di 007 alla maniera di Ian Fleming, nel centenario della nascita dello scrittore. Anche questo romanzo è ambientato ai tempi della Guerra fredda, tra località esotiche e città glamour. Solo che ora James Bond è un "uomo provato, avanti con gli anni, passato attraverso un sacco di brutte cose". Qui l'agente OO7 vine richiamato dal congedo, scopre il rock dei Rolling Stones e si immerge in una missione antidroga contro la "mano di scimmia".
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