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Il giallo, che ha per protagonista il commissario in congedo Martini, è ambientato a Torino nel 1933, precisamente nella Contrada del Gambero d'oro. Il commissario, che da qualche anno si dedica ad un'azienda agricola ricevuta in eredità, è ospite della sorella a Torino per qualche giorno. In una notte di fitta nebbia, nella contrada, viene strangolata una ragazza giovanissima, Marina. La contrada è in subbuglio ed in modo particolare l'edificio dove la ragazza abitava con i suoi genitori. Il titolare dell'indagine è Piperno, con il quale Martini collabora. Vengono interrogati tutti gli inquilini e viene scandagliare la vita della ragazza, la quale, a dispetto della giovanissima età, non era un esempio di limpidezza, ingenuità e bontà... A complicare il tutto, si aggiunge l'omicidio di un generale in pensione, ficcanaso e pieno di piccole manie e convincimenti personali, proprio nella stesso stabile. Due omicidi son troppi... Gli investigatori capiscono che la pista da seguire è una soltanto! Si tratta di un giallo gradevole, vecchio stile, dove non ci sono scene cruente e dettagli di tipo scientifico, ma dove si seguono gli indizi e si sfruttano per il ragionamento e le ipotesi di polizia e dove, infine, si punta sugli interrogatori e sull'immersione nella psicologia dei sospettati. Consigliato a chi ama il giallo classico.
Scrittrice poco conosciuta fuori dall'ambito torinese, e comunque nemmeno in tale ambito così popolare, questa Gianna Baltaro è stata per me una rivelazione.Nata nel 1926 e morta nel 2008, è stata una giornalista di cronaca nera, e in base a questa attività creò poi delle opere letterarie con protagonista il commissario - a riposo - Andrea Martini. Questo libro, primo dei 18 della serie, viene riproposto da questa piccola casa editrice che promette di ripubblicare tutti i volumi. E' un ottimo romanzo; ben scritto, con garbo e intelligenza, con una trama credibile,ma soprattutto con una descrizione minuziosa di personaggi e luoghi. Il commissario Martini, infatti, si muove a Torino negli anni '30, il che è già cosa originale per un giallo italiano. Eccellente la descrizione di strade, piazze, caffè e ristoranti, appartamenti, modo di vivere dell'epoca, fino al citare i prodotti in voga in quei lontani anni, le marche di sigarette, i film dei cinema, eccetera. Un libro che si legge benissimo, riuscendo a vedere le cose, e a percepire gli odori. Per un torinese doc, inoltre, una vera chicca che permette di godere non solo del racconto in sé, ma anche , appunto, della precisa descrizione dei luoghi. Ma anche per chi di Torino non è, resta un libro piacevolissimo che consiglio vivamente.
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