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Anno edizione: 2001
Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2003
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Mi aspettavo un diario che parlasse della madre, che descrivesse un epoca ed un Giappone lontano, così come Fosco (il padre) aveva fatto nel suo magistrale "Ore Giapponesi", ed invece mi ritrovo a leggere un libro che parla solo ed esclusivamente di Dacia: ieri e oggi! Narcisistico e noioso!
Per la prima volta la Maraini ci parla di sua madre, e lo fa con estrema delicatezza offrendoci un diario che tocca la nostra sensibilità, rendendoci partecipi del suo universo interiore. Leggetelo!!!!!
Piacevole e avvincente sino a tre quarti...poi immprovvisamente un mutamento, come se la stesura fosse stata dettata dalla fretta. E in quest'ultima parte l'autrice sale in cattedra: i commenti di attualità diventano un po' saccenti, un po' altezzosi, rovinando l'insieme garbato del libro.
Recensioni
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Fosco Maraini, a colloquio con l'amichevole intervistatrice Maria Pia Simonetti, ha da poco rilasciato un nuovo racconto autobiografico, il Viaggiator curioso (cfr. "L'Indice, 2002, n.1). Ora Dacia, in un'edizione natalizia impreziosita dal materiale iconografico (disegni, fotografie, riproduzioni autografe), mette in piena luce, accanto al celebre padre, la figura della madre Topazia Alliata, di cui presenta e commenta gli inediti quaderni d'appunti, incominciati durante il viaggio per mare che li portava "giovanissimi innamorati" in Giappone (imbarco da Brindisi il 31 ottobre 1938, e attenzione alla data) e proseguiti fino al 1941 nel quieto soggiorno a Tokio, Sapporo, Kyoto. Dopo ci sarà il campo di concentramento, due anni di prigionia quando "ci hanno chiesto di firmare per la Repubblica di Salò". Parole di Topazia, tuttora fedele a se stessa: "Dissi che il nazifascismo non concordava con le mie idee". Belli ed eccentrici, e vitalmente longevi, questi genitori dai nomi inusuali! Questa madre intenta alle cure dell'allevamento. Questa coppia ardita che andava nel mondo con una naturale sprezzatura del conformismo. Così li vede e ricorda questa figlia, la primogenita (e intanto nascevano Yuki e Toni), in un continuo andirivieni fra la vita materna e la propria, e fra gioventù e vecchiaia e la propria infanzia e il proprio invecchiamento. È dalle cronache di Bagherìa, e dal successo di Marianna Ucrìa, dunque da una decina d'anni almeno, che Dacia Maraini ha preso a lavorare sulla memoria e a ricomporre da svariate prospettive una storia di famiglia. Ma anche chi credeva di saperne già abbastanza sul ricomposto affresco personale di parentele e culture, qui ha qualche sorpresa: una deliberata ingenuità, un confessato lasciar fare ai sentimenti nel malinconico fluire del tempo.
Lidia De Federicis
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