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Anno edizione: 2012
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Un destino estremo pian piano segnato dalle lente avvisaglie di una malattia dell'anima, un insicuro vittima di se stesso, tremante complessato, orfano di madre, sempre traviato da qualcosa di accresciuto nella sua testa. Karl è spaventato dal nuovo e dalla donna, di cui ha ribrezzo, e si trova a un certo punto a convivere con Clara, vedova che lo assiste e lo cura. E' un rapporto strano, sfuggente, nascosto, per lui uno smarrimento senza sprazzi di lucidità che toccherà vertici di amarezza e travaglio il giorno in cui faranno l'amore: "Infrangere la solida norma della regolarità e aprire così la porta all'insolito". Negli anni in cui gli incantevoli spettri di Kafka sorvegliavano le guglie di Praga, si muovevano in quegli ambienti spiriti bellissimi, da Ernst Weiss a Meyrink, fino al nostro qui commentato. Un romanzo denso di scene nere, di paralizzanti e cocciute fobie (Franz è ossessionato dalla scriminatura bianca sulla testa della zia), di ricordi che non riescono a sbiadirsi nella mente (se solo Franz pensa a sua zia e a suo padre, probabilmente incestuosi). Un corso narrativo dove la speranza via via si consegna a un disperato canto di naufragio e dove ogni giro di pagine può rilegarsi in questa riflessione: "Certe norme non possiedono impalcature su cui aggrapparsi". Siamo in una quotidianità come fantomatica, ospiti di vite monche, frammentarie, frutti guasti e periferici di un mondo investito dall'assurdo, pur nella sua rassicurante cortina borghese. E' quella "breccia da cui irrompe l'imprevisto" a dannare e ad aprire l'inferno sotto le suole di chi tenta di vivere, ma per scoprire, alla fine di tutto, che una solitudine già definita è marchio e sfregio di giorni senza speranza. Il finale sgomenta e atterrisce, precipitando in un gorgo di bruciori, come in una tremenda tragedia classica, da cui ci si alza non indenni. Siamo fra quei cuori del sottosuolo già decisi da qualche verità imbattibile, da un suono di disturbo e di delirio senza cura.
romanzo inquietante, con personaggi surreali che si muovono in una realtà alienata e disturbante. per chi ama Kafka.
Recensioni
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