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Anno edizione: 2019
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La storia mai raccontata dello strumento perfetto costruito da Leonardo e della musica che ha cambiato il destino di Milano.
Leonardo mosse l'arco sulle corde. E fu musica. Una musica che lui stesso non aveva mai sentito. In quel momento accadde l'impossibile.
1482. Quando Leonardo da Vinci arriva alla corte di Ludovico il Moro, in veste di ambasciatore a Milano per conto del Magnifico Lorenzo, porta con sé in dono una lira d’argento a forma di teschio di cavallo, che ha progettato e costruito personalmente. Artista già noto a Firenze, Leonardo è anche un grande musico, ed è venuto alla corte sforzesca con due seguaci: il giovane allievo Atalante Migliorotti e Tommaso Masino, esperto nel leggere i moti degli astri e affascinato della magia, che si fa chiamare Zoroastro. Ben presto, però, lo strumento pensato da Leonardo rivela delle proprietà che sfuggono all’intelligenza del suo inventore: già alla prima esibizione pubblica, infatti, il maestro intuisce che la lira è dotata di volontà propria, e che le melodie che ne scaturiscono sono uniche e potenti, capaci di mettere in profonda connessione l’anima di chi la suona e di chi la ascolta. Qualità, queste, che Leonardo non riesce a spiegarsi razionalmente, ma che pure mette a frutto per realizzare il ritratto di Cecilia Gallerani, amante del Moro. Mentre diventa il protagonista della scena artistica di Milano, il genio toscano ospita in casa altri apprendisti, tra cui Salaì, un bimbo vivace e furbo proprio come il Saladino del Pulci. E quando all’improvviso la lira scompare nel nulla, sarà lui il primo indiziato, mentre Leonardo dovrà fare i conti con forze oscure e irrazionali che si rifiutano di sottostare alle amate leggi della scienza...
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Ottimo romanzo, scritto con garbo e profondita, che fa scaturire il Leonardo quotidiano, nei sui rapporti con i potenti e con gli amati allievi. La trama segue le vicende della lira d'argento costruita dal maestro, collegate alla sua permanenza a Milano, partendo dall'incontro con il Moro. Molto belli i passi relativi alla realizzazione del quadro "La dama con l'ermellino" e divertenti le parti con Salaì. Un libro profondo nella sua precisone storica e piacevole nella lettura.
Ho letto con piacere il suo ultimo lavoro. Il genere non è proprio nelle mie corde, tuttavia, cimentandomi in tutti i generi, affronto tutti i libri con il medesimo interesse. In questo caso mi è sembrato come di sbirciare dal buco della serratura. Ho infatti avuto l'impressione di entrare nella vita di persone che solitamente sono viste come monumenti ma che sotto-sotto, vivono le ns. stesse quotidianità. Paure, furbizie, amori, passioni e invidie. Tanto più che, a quanto riportato nelle note, il più si riferisce a vicende reali, solo gradevolmente romanzate. Due passi del libro mi hanno poi colpito per la semplicità ma, allo stesso tempo, per l'efficacia. Il primo quando Cecilia, in posa per il quadro, si accorge dell'arrivo del Moro e Leonardo la blocca, individuando lo sguardo perfetto. "Ferma cosi!" Il secondo quando Leonardo affronta il ladro ma viene colpito. Mi è piaciuto quel "L'oscurità fu totale". In poche parole, complimenti.
Quest'anno si festeggia la ricorrenza della morte del genio, Leonardo Da Vinci, cinquecento anni. Anche l'autrice Daniela Piazza lo celebra dedicandogli questo libro. Si sa che Leonardo è stato uno degli uomini di maggior ingegno e talento del Rinascimento italiano. È stato architetto, pittore, scultore, disegnatore, scenografo, anatomista, botanico, ingegnere, progettista e musicista. Proprio il suo lato di musico viene approfondito in questa lettura. Tutto parte dal dono che Leonardo porta a Ludovico il Moro in veste di ambasciatore a Milano, una Lira d'argento a forma di teschio di cavallo pensata appositamente per Lui. Ho letto con molto piacere i precedenti libri di Daniela e credo che in questo si sia superata. Mi hanno affascinata tutti, ma qui, secondo me, ha una narrazione molto più intrigante e raffinata mantenendo il suo stile scorrevole e semplice. Daniela è laureata in storia dell'arte e diplomata al conservatorio e in questo libro miscela alla perfezione la sua conoscenza della storia soffermandosi su particolari che permettono ai lettori di girare per le strade della Milano di fine XV secolo, di partecipare ai banchetti di Ludovico il Moro indossando quei meravigliosi abiti dell'epoca sentendosi un po' conti o signore del tempo con le descrizioni delle esibizioni musicali. Leggendo queste pagine mi è parso di sentire la Lira imbracciata intonare le richieste di Ludovico. Ho provato il dolore durante le esecuzioni di Leonardo e la bramosia dell'allievo Atalante Migliorotti nel voler sempre la Lira fra le sue braccia. Daniela, per me, è un' autrice da tenere sott'occhio e da seguire per ogni sua uscita. Da quello che so ha un altro libro, scritto se non sbaglio a quattro mani, ancora nel cassetto che aspetta di vedere la luce. Spero che riuscirà a farlo presto così potrò godere ancora dei suoi meravigliosi scritti!
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