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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2007
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Una ricostruzione storica delle proprie vicende familiari che innesta una lettura sempre più coinvolgente. Ineccepibile sotto il profilo storico, risalta la completa chiusura dei parenti nella loro sfera psicologica ed ideologica, quel rifiuto ostinato a spiegare al figlio chi era suo padre.
La vicenda della famiglia dell'autore è un inedito tassello della storia generale dello sciovinismo tedesco fino al nazismo e alla guerra e mi è risultata tanto più coinvolgente, quanto meno enfatica, anzi del tutto semplice è stata l'esposizione dell’autore. Sottolineo qui ciò che più mi ha turbato riguardo ai familiari e compaesani germanofoni del narratore, siano stati essi assassini e complici delle efferatezze naziste o solo spettatori (ma comunque conniventi, con un’ottusità intellettuale impenetrabile a qualunque resipiscenza): la compresenza in loro di una dimensione privata tutto sommato "autentica" e con interessi diremmo "normali". Il padre di Pollack, ad es. si rilassa dell'"attività" di liquidatore di ebrei e di altre vittime (bruciate, fucilate, torturate), con gite in montagna, con un amore romantico, e inviando persino disegni educativi al figlio... E` forse una conferma della famosa "banalità del male" della Harendt e di una sostanziale incoscienza di tutti questi “bravi” , ma sprovveduti austro tedeschi? Eppure i familiari di Pollack erano persone stimate e di livello universitario, anche se avvelenate dall'idolatria del sangue e del popolo… Anche il contenuto etico dei nazisti appare così ignobile da parere incredibile: tanto proclamano onore assoluto e lealtà alla loro causa, quanto, una volta sconfitti, strisciano nell’anonimato e nella fuga con travestimenti e smaccati spergiuri! Pollack però mostra che il male è più complesso ancora: non mancano infatti di fanatismo neanche altri europei comprimari nella sua storia, come gli Sloveni della Carniola o gli Slovacchi antisemiti... Infine il libro induce a riflettere sull'odierna risorgente tentazione nazionalistica, e sull'odio contro l'altro, il diverso, lo straniero come patologico collante sociale. Pollack è figlio biologico di nazisti, ma ha reagito e ha testimoniato contro tutto ciò: tanto più va ascoltato, meditato e ringraziato.
Un reportage capace di riportare alla luce uno dei momenti più brutali e disumani del Ventesimo secolo. L’esigenza nasce dal ritrovamento di un cadavere in uno degli oltre cinquanta bunker costruiti tra il 1936 e il 1942 per sbarrare il passo ad Austria e Germania. Il corpo in questione appartiene al padre biologico dello scrittore, che non conobbe mai, Gerhard Bast, ufficiale delle SS in fuga perché criminale di guerra. L’autore, Martin Pollack compie questo viaggio a ritroso insieme alla moglie e compie una minuziosa ricerca storica e documentarista, un viaggio nella memoria che lo porterà a mettere in discussione le proprie origini, la propria famiglia e i propri ricordi felici da bambino.
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