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Ho trovato interessante l’esordio letterario del giovane Luca Itoua Konga. Il titolo dell’opera poetica “Mistikittica” mi porta a pensare che le liriche siano nate dalla necessità di mettere ordine ad un insieme di sensazioni ed emozioni derivate da un certo tipo di linguaggio. In questo senso, Mistikittica corrisponde all’inizio di un percorso che vede il suo autore dotarsi di un linguaggio autonomo che si è creato col passare del tempo. Qui si rende necessario fare una premessa: le poesie di Itoua traggono ispirazione dall’ecolalia, che è la ripetizione di parole o frasi udite su una questione. L’ecolalia involontaria è sempre stata reputata un disturbo del linguaggio, ed in genere viene associata ad un disturbo dell’apprendimento. In realtà, in queste liriche ci troviamo di fronte ad un linguaggio ricco, delicato e, oserei dire, fantasioso. In quest’ottica, la prima conseguenza consiste nella creazione, da parte del suo autore, di parole storpiate, inventate, interpretate, violentate. Una tale ricchezza di vocaboli può far pensare soltanto ad un linguaggio disturbato? Certamente no. La poesia astrae l’autore dalla realtà, anzi Itoua crea un suo personale immaginario con parole, espressioni ed ecolalie che hanno a che fare con uno stato mistico, riservato, che lo isola da tutto, ma al tempo stesso gli offre la possibilità di vivere al sicuro, lontano il più possibile dai pericoli, in un’atmosfera decisamente mistica, intesa come contemplazione del sacro. Io credo che per l’autore vi sia una sorta di scoperta continua della propria collocazione nel mondo. Significativi sono i disegni che accompagnano le poesie: ora, il rapporto poesia- pittura o pittura- poesia nasce dalla necessità di affidare ad un bozzetto il presente ed il futuro del summenzionato linguaggio. Personalmente, io terrei d’occhio questo giovane autore: siamo all’inizio del suo viaggio, la sua espressione è in divenire. Non dobbiamo fargli fretta; dobbiamo lasciare che si esprima in tutta libertà.
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