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Primo capitolo della storia di Ulisse
Il racconto fluisce con stile ineguagliabile dalla penna di Odysseo II (Manfredi) poiché Odysseo I (quello dell’Iliade e Odissea, per intenderci) è silente fin dai tempi di Omero. Manfredi dev’essere nato con penna e calamo in mano, già paludato da storico e archeologo, nonché abile affabulatore. Mentre la seconda parte del romanzo (dopo le prime 200 pp.) è ben nota e ricalca, comunque con diverse nuove invenzioni sceniche, quanto è già narrato nell’Iliade, è la prima parte, l’infanzia di Odysseo, che è straordinaria, in quanto le gesta di questo ragazzo prodigio non sono reperibili in letteratura. Forse sarà la dea Athena stessa che lo ha ispirato, come ha sempre guidato i pensieri e le azioni di Odysseo I. Così apprendiamo che fu il temibile nonno Autolykos (crudele e selvaggio come un lupo) a volerlo battezzare con questo nome e pure a regalargli il cucciolo (dal fulvo pelo) Argo, nonché il famoso arco di corno, che sembra nessun altro fosse in grado di maneggiare. Fin da ragazzo Odysseo I mostra rara sagacia e discernimento degli eventi in cui si trova coinvolto. Ed è questo suo speciale istinto a salvare (lui ma anche tutta la spedizione Achea all’assalto di Troia) da catastrofe totale. Ci sono però alcune parti controverse. Il padre Laerte narra per esteso l’impresa (pp. 21-26) degli Argonauti, cui lui ha partecipato come uno dei 50 membri. Il personaggio di rilievo è Giasone ma colei che non solo ha permesso la cattura del Vello d’Oro ma che li salvò in numerose occasioni sulla via del ritorno fu la maga Medea, che qui è liquidata come “la ragazza”. Via, Medea è stata l’eroina acclamata da stuoli di scrittori e divenuta il simbolo della liberazione femminile (come dimenticare, e.g., la Medea di Euripide, la Sara Bernhardt nella Medea di Mendès, cui seguì il poster di Mucha, il film di Pasolini, etc.). Una crisi di misoginia? Pure la rappresentazione di Odysseo come eroe senza macchia e senza paura è esagerata. Passò alla storia anche come il gran bugiardo!
L'autore intraprende una rilettura, ovviamente in veste romanzata, di quella che è stata la storia di Odisseo. In tal caso, si narrano le vicende dell'Iliade e di come la versatilità del protagonista sia stata condizione sufficiente e necessaria per la vittoria achea in terra troiana.
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