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Le mie stelle nere da Lucy a Barack Obama - Lilian Thuram,Bernard Fillaire - copertina
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Le mie stelle nere da Lucy a Barack Obama
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Descrizione


"Durante l'infanzia mi hanno indicato molte stelle. Le ho ammirate, le ho sognate: Socrate, Baudelaire, Einstein, Marie Curie, il generale De Gaulle, Madre Teresa... Ma nessuno mi ha mai parlato delle stelle nere. I muri della mia classe erano bianchi, erano bianche le pagine dei libri di storia. Non sapevo nulla dei miei antenati. Soltanto la schiavitù veniva citata. Presentata in quel modo, la storia dei neri non era altro che una valle di armi e di lacrime. Questi ritratti di donne e uomini sono il frutto delle mie letture e conversazioni con alcuni storici e studiosi. Perché il modo migliore per combattere il razzismo e l'intolleranza è arricchire le nostre conoscenze e il nostro immaginario. Da Lucy a Barack Obama, passando per Esopo, Dona Beatriz, Puskin, Anna Zingha, Aimé Césaire, Martin Luther King e molti altri: stelle che mi hanno permesso di evitare la vittimizzazione, di credere nell'Uomo e soprattutto di avere fiducia in me stesso."
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Dettagli

2014
Tascabile
4 aprile 2014
448 p.
9788867830732

Valutazioni e recensioni

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Sole
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Un sacco di curiosità

Questo libro contiene un sacco di curiosità su personaggi della storia che spesso si trovano fuori dai libri di scuola. Uno sguardo nuovo, curioso e fresco sul tema attualissimo del razzismo

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Voce della critica

  Tornerebbe comodo presentare questo libro e il suo autore come le più ovvie smentite al luogo comune che vuole i calciatori bambocci milionari affetti da analfabetismo e hilaris dementia. Ma sarebbe quantomeno scorretto nei confronti della categoria, perché, a dispetto dell'opinione circolante in certi ambienti, i calciatori sanno stare al mondo molto più di quel che non si creda: si provi l'invidioso a resistere a certe pressioni mediatiche e societarie e ad amministrarsi tanto bene da durare in un sistema così logorante e si accorgerà che servono, in ogni caso, qualità non comuni. E i milioni, detto per inciso, non sono poi così in tanti a guadagnarli. Lilian Thuram, comunque, è anche qualcosa di più d'uno sportivo pensante: è un intellettuale comme il faut. Curioso, umile, colto, sostenuto da antica e lucida rabbia di migrante di colore. La stessa rabbia che prende il lettore scorrendo questa bellissima galleria di personaggi neri perlopiù negletti, ignorati, o volutamente obliterati dall'eurocentrismo interessato della cultura ufficiale degli ultimi secoli (cioè di sempre). Salvo, naturalmente, quei casi così eclatanti e vicini nel tempo da non potersi occultare; ma manipolare retrospettivamente sì, a beneficio e per la tranquillità della coscienza bianca dominante. Per chi non lo sapesse Lilian Thuram, nato in Guadalupa da discendenti di schiavi africani, è stato tra i migliori calciatori della sua generazione. Ha giocato in Francia, Italia (Parma e Juventus) e Spagna: difensore elegante e implacabile, colonna di quel meraviglioso mosaico etnico che fu la nazionale francese campione del mondo e d'Europa a cavallo degli anni duemila. Dismessi i panni del pedatore di ventura (complice qualche problema di salute), ha deciso di mettere la propria faccia e la propria testa al servizio di quella causa che lo anima e lo possiede fin da quando, bambino, era costretto a scoprire sui libri di scuola di discendere dai galli e dagli antichi romani: riequilibrare le proporzioni della storia, combattere i luoghi comuni razzisti riportando alla luce quelle stelle nere che hanno brillato sul palcoscenico della storia planetaria quanto se non più dei bianchi; e per questo hanno pagato di persona, molto spesso con la vita, quasi sempre con l'oblio. Lo scopo è duplice: dare modelli alle nuove generazioni (di qualunque colore), contribuire a modificare l'immaginario contemporaneo, ancora gravemente afflitto da pregiudizi razzisti perlopiù inconsci. Potrà sembrare un compito enorme, ma non è cosa da scoraggiare uno che, partito da un'isoletta dei territoires, ha lottato tutta la vita contro il razzismo, ha vinto il campionato del mondo di calcio e ha polemizzato pubblicamente in più occasioni con la politica del suo paese, incluso il presidente migrante Sarkhozy, che molto goffamente gli offrì un ministero della Diversità(ma da che cosa?). Per dare corpo alle sue ambizioni ha creato, nel 2008, la Fondation Lilian Thuram, éducation contre le racisme e si è messo, tra le altre cose, sulle tracce delle stelle nere che troverete in questo libro. Dev'essere stato un lavoro di ricerca formidabile, perché molto di quello che vi si trova è clamorosamente rimosso dall'immaginario collettivo e assente nei libri di storia d'uso comune. Qualcuno tra i meno attenti scoprirà dunque che Esopo e Puskin erano neri; smentita vivente, il primo, della kalokagathìa ellenica. Che in Egitto abbiano regnato dinastie di Faraoni neri è nozione vaga ma non del tutto assente dalle storie ufficiali; ma quanti sanno che il primo uomo a raggiungere il Polo Nord (si fa per dire: quanti Inuit c'erano già stati senza saperlo?) era un nero? O che un compositore nero ha diretto l'Accademia reale di musica sotto Luigi XVI, ispirando Mozart e dirigendo le sinfonie parigine di Haydn? Contrariamente a quanto ci si possa aspettare (eccolo affiorare, il pregiudizio carogna!), Thuram nel libro non include calciatori, sportivi in genere ne mette pochi, musicisti pochi. E non per caso, ma perché è appunto razzismo anche pensare che i neri siano naturalmente e senza sforzo vocati allo sport o alla musica: "Ma quando si parla di neve non si racconta che i bianchi sono geneticamente portati per lo sci." Nel libro si trova questo e molto altro, ma soprattutto si trova la tragica cronistoria dell'olocausto nero, una ferita ancora troppo recente nella coscienza del mondo, dallo schiavismo disgustosamente avallato dalle teorie pseudo-scientifiche dell'epoca, alla segregazione nei moderni Stati Uniti d'America. Di tutto questo, e del suo strenuo impegno, ringraziamo Lilian Thuram, campione del mondo e divulgatore emerito di storia nera, cioè dell'umanità.   Luca Ruffinatto  

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