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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2018
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Quando a Milano c'erano i lavori di cablaggio, mio nipote Francesco, di due-tre anni, si incantava davanti a una piccola ruspa che scavava una buca nella sua strada: "È la ruspina dei bambini" diceva, arrotando la r. Ogni volta che c'è una ruspa al lavoro, intorno si fermano a guardarla pensionati e bambini con gli occhi incantati. Perché? Forse perché questo moderno mostro meccanico ricorda ai piccoli i giganteschi dinosauri dei libri e dei cartoon che tanto piacciono loro. Proprio questa associazione macchina-dinosauro probabilmente ha ispirato Filippo Brunello a scrivere (pochissime righe per pagina a caratteri stampatello maiuscolo) e a illustrare (con tavole a doppia pagina coloratissime e piene di figure gaiamente tondeggianti) un libretto piccolo piccolo, ma con un grande desiderio dentro: quello di un bambino di avere una ruspa (vera). A cui dare l'olio tutte le mattine, con cui andare a scuola impignando i libri sulla pala (parcheggiando vicino alle auto delle maestre), da cui farsi difendere dai bulli nell'intervallo, su cui portare a spasso gli amici, accanto a cui, dopo svariati giochi e belle avventure nel corso della giornata, addormentarsi insieme ("come un fratello, anzi meglio"). Un'altra nota di merito non piccola di Brunello, oltre a quella di aver intessuto con semplicità una bella storia che risveglia interessi e curiosità nel piccolo lettore, è di essere andato controcorrente, sottraendosi a una perniciosa tendenza in atto alla "intellettualizzzazione dell'illustrazione", cioè a offrire immagini molto raffinate, simboliche, surreali, astratte, che mirano a piacere più agli esperti e ai critici che ai bambini. I quali invece non le gradiscono, ma preferiscono stili figurativi più comprensibili, allegramente umoristici e ironici, come è il caso di Brunello e della sua ruspa (vera). Fernando Rotondo
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