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Memorie del Presbiterio. Scene di provincia [1881] - Emilio Praga - copertina
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Memorie del Presbiterio. Scene di provincia [1881]
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Memorie del Presbiterio. Scene di provincia [1881] - Emilio Praga - copertina
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Descrizione


"Memorie del Presbiterio" è un romanzo rimasto incompiuto di Emilio Praga, poi ultimato dall'amico Roberto Sacchetti. Si tratta, secondo alcuni critici, della sua migliore opera in prosa, composta da una serie di racconti, ordinati secondo il ritmo irregolare della memoria. Come le altre opere dello scrittore, anche "Memorie dal Presbiterio" si caratterizzza per una vivace impronta sperimentale. Riproduzione a richiesta dell'edizione: F. Casanova, Libraio-Editore, 1881.
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Dettagli

2003
26 maggio 2003
304 p.
9788848801652

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Il romanzo descrive il viaggio del protagonista, un giovane pittore attraverso un paesaggio montano da riprodurre sulla tela. Il protagonista-narratore è immediatamente identificabile con lo stesso Praga: si chiama Emilio ed è un giovane pittore. Il motivo autobiografico non rimanda alla vicenda, ma alla raffigurazione del protagonista, alle caratteristiche dell’autore storico. Durante la narrazione, più volte Emilio offre una dichiarazione di poetica, svelando così l’originalità dell’opera e il personale rapporto con l’arte e la letteratura. L’enunciazione della propria poetica (cosa che avrebbero “dovuto far prima”) si ha, in chiave analogico-simbolica, nella raffigurazione del torrente Strona. Lo Strona è descritto come realista e indocile alla moralità, ha un andamento tutt’altro che rettilineo e dunque lontano dalla norma, né è utile: «il monello fa l’arte per l’arte». Lo Strona scorre così come Praga intende scrivere il suo romanzo. È un torrente-romanzo , dichiaratamente ribelle: realista, indocile e dunque distante dai canoni della tradizione manzoniana, dalla morale comune, dal costume del tempo, dal suo essere “funzionale” ad una ideologia. L’unica morale di Praga è dunque quella dell’arte. Ne consegue l’atteggiamento d’insensibilità dell’autore verso il pubblico e il suo gioire dei giovanili insuccessi, dell’incomunicabilità della propria arte propria della sua immagine “scapigliata”. Nel suo estetismo ante letteram Praga anticipa l’operazione iconoclasta tipica dell’avanguardia, in una rottura epistemologica in cui il linguaggio si fa allegorico e parla lo stesso linguaggio dell’arte.

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Emilio Praga

(Gorla, Milano, 1839 - Milano 1875) scrittore italiano. Nato da famiglia agiata, in gioventù viaggiò a lungo per l’Europa, fermandosi soprattutto a Parigi. Di tali viaggi lasciò un resoconto in forma di diario in Schizzi a penna (1865). Cominciò ad affermarsi precocemente, sia come pittore, sia come poeta (Tavolozza, 1862). Morto il padre e dissestatasi l’azienda familiare, non seppe adattarsi a un lavoro regolare e si diede all’alcool e a una vita disordinata; morì in miseria appena trentaseienne. Aveva pubblicato altre due raccolte di versi, Penombre (1864) e Fiabe e leggende (1867); postumo uscì il volume Trasparenze (1878). Tra le sue opere in prosa la più notevole è il romanzo Le memorie del presbiterio (incompiuto, ultimato dall’amico R. Sacchetti e pubblicato nel 1881), che nella struttura...

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