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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2024
Malempin, scrive André Gide nei suoi appunti per un libro su Simenon, è la «messa in pratica» perfetta di quello che l’autore definisce il suo «metodo»: «far rivivere il passato nel, e attraverso il, presente. Qui i ricordi del passato si alternano al racconto del momento attuale ... E il passato fa luce sul presente, che senza quello rimarrebbe incomprensibile».
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George Simenon è il mio scrittore preferito e penso lo sarà sempre; questa è una doverosa premessa, in quanto la lettura di questo romanzo mi ha un pò delusa ed ho sentito il bisogno di dichiararlo. Mi è piaciuto molto l'inizio del libro perchè ho ritrovato l'ineguagliabile capacità di Simenon nel creare, da subito, un'atmosfera "angosciosa" Ho continuato la lettura carica di aspettative ed invece, nonostante lo stile bellissimo dell'autore, mi sono trovata più confusa di quanto non fosse il protagonista. Mi hanno disturbato le frasi lasciate in sospeso, la scarsa chiarezza relativa alla figura amata odiata del padre di Malempin, il ritorno al presente in una casa senza amore, con il figlio sofferente. Il libro si riprende nel finale, con la figura complessa della zia Elise che finisce malamente in manicomio; le zie in manicomio sono presenti anche in altri romanzi di Simenon. Che l'autore avesse qualche problema con le zie? La grandezza di Simenon non può essere certo sporcata da questa mia umile seppur critica piccola recensione, sono certa però che Malempin non sia tra i romanzi più coinvolgenti ed avvincenti di Simenon. Può essere benissimo che non abbia capito niente del libro
Anche se l'ho terminato da qualche giorno non riesco ancora a dimenticare l'atmosfera del romanzo e le vicende del Dott. Malempin. Da non perdere.
Un romanzo suggestivo che prende per mano il lettore e lo accompagna in questo viaggio tra i ricordi del dottor Edouard Malempin, mentre le cure che presta al figlio malato lo costringono ad uno stato contemplativo al quale si era volutamente sottratto per tutta la vita. Ed è così che riemergono ricordi proibiti sepolti nell'inconscio del lui bambino e si intrecciano agli echi delle strane vicende che hanno coinvolto la sua famiglia. Un romanzo che racconta magistralmente la fragilità umana, brutale eppure contemporaneamente empatico. Probabilmente non lo si può annoverare tra i suoi straordinari romanzi duri come Cargo oppure il testamento Donadieu. Eppure questo romanzo è la rappresentazione plastica della straordinaria capacità di Simenon di scandagliare avanti ed indietro nel tempo la vita dei suoi protagonisti, dei quali conosce ogni dettaglio, restituendone un ritratto affascinante che trasuda le mille sfumature della vita vissuta.
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