Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

-50%
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 0 liste dei desideri
Malcolm X. L'uomo e le idee
Disponibile in 5 giorni lavorativi
6,00 €
-50% 12,00 €
6,00 € 12,00 € -50%
Disp. in 5 gg lavorativi
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
6,00 € Spedizione gratuita
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Multiservices
12,00 € + 5,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
12,00 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Cartarum
4,40 € + 4,90 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Cartarum
5,30 € + 4,90 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Libro di Faccia
6,39 € + 5,30 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
6,00 € Spedizione gratuita
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Multiservices
12,00 € + 5,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
12,00 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Cartarum
4,40 € + 4,90 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Cartarum
5,30 € + 4,90 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Libro di Faccia
6,39 € + 5,30 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi

Dettagli

1992
1 febbraio 1993
128 p., ill.
9788885378407

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 5/5
(1)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(1)
4
(0)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Andrea Della Casa
Recensioni: 5/5

Un breve libro nel quale l'autore,inserendo anche parti dei discorsi di Malcolm X, analizza la sua idea; l'idea dell'ultimo Malcolm, che ha abbandonato la Nazione dell'Islam gestita da Elija Muhammed, e trova un'autonomia ideologica. Un libro semplice ma completo.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

5/5
Recensioni: 5/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(1)
4
(0)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Voce della critica


scheda di Giachetti, D., L'Indice 1993, n. 8

La recente rivolta di Los Angeles ha riproposto la questione dell'emarginazione del ghetto nero, il quale sembra storicamente condannato a vivere in condizioni pessime e degradanti. Certamente gli anni di Reagan e di Bush non hanno contribuito a rimuovere le cause che sono all'origine dell'emarginazione di interi strati sociali di colore. Contemporaneamente il film del regista Spike Lee ha riproposto a vasti settori dell'opinione pubblica la figura di Malcolm X. Nato il 19 maggio del 1925, fu lustrascarpe, rapinatore, manutengolo di bordelli e spacciatore di droga finché in carcere prese contatto con la setta dei musulmani neri e vi aderì per dieci anni, fino al 1964 quando venne radiato. Nei dieci mesi circa che gli restavano da vivere - venne infatti assassinato il 21 febbraio 1965 - Malcolm X iniziò un percorso originale di riflessione sul problema dell'emancipazione dei neri negli Stati Uniti. Superata la precedente visione separatista, individuati i limiti del nazionalismo nero e delle teorie integrazionistiche, egli giunse alla conclusione che il nero non faceva parte della nazione americana in quanto vittima del sistema socio-economico che lo sfruttava. Il libro di Breitman, che riporta i testi di Malcolm X e un'agile cronologia di Alessandro Aruffo, ripercorre e approfondisce in particolare gli aspetti di questa sua ultima fase di elaborazione politica e strategica.



recensione di Giammanco, R., L'Indice 1993, n. 9

Malcolm X fu assassinato il 21 febbraio 1965. Il giorno dopo, "The New York Times" lo seppelliva classificandolo come "il caso straordinario" di chi "mette al servizio di scopi perversi innegabili doti individuali" con il risultato che "la sua implacabile e fanatica fede nella violenza... Lo aveva escluso dalla società destinandolo alla fame e a una morte violenta".
Martin Luther King jr. lasciò passare ben diciannove giorni per poi unirsi ("The Amsterdam News", 13 marzo 1965) al coro unanime dei media, delle organizzazioni nero-bianche 'liberal', pur in un quadro promozionale diverso, dell'estrema destra nativista e razzista. Malcolm era "vittima della violenza che nasce dalla miseria, dall'oppressione e dall'ingiustizia che attanagliano le masse nere... non poté rinunciare alla violenza... e fu così costretto a vivere e morire da escluso, da vittima della violenza che lo aveva prodotto". L'esemplare parallelismo di questi due testi, che rispunta sempre, nelle sedi che sembrerebbero più impensabili, ogni volta che serve "paragonare" Malcolm X a Martin Luther King jr. o per demonizzarlo o per recuperarlo 'post mortem' in chiave ecumenica, è un'altra conferma dell'impossibilità di omologare il Rosso di Detroit al di fuori di quelle due opzioni: il Malcolm "vittima della violenza" e il Malcolm "dalle innegabili doti individuali". Basterebbe limitarci al termine chiave: la violenza. Con esso il potere di definizione intende la categoria del soggettivo, dell'episodico (le "insurrezioni" dei ghetti), della generica "presenza del Male nel mondo" e, soprattutto, qualsiasi "disvelamento" delle basi reali del potere sociale e dei suoi alibi correttivi. La stessa genericità funzionale è presente in "miseria", "oppressione", "ingiustizia", se non si sa da dove vengono.
Oggi, dopo la campagna di marketing scatenata a raggera per promuovere il film di Spike Lee e dopo due decenni di fatti e "rivelazioni" ora più di dominio pubblico (ruolo diretto dell'Fbi nel decapitare il movimento nero in tutte le sue manifestazioni, rovesciamento della 'affirmative action' tanto da poterla definire "razzismo a rovescio", emarginazione senza ritorno delle masse nere, ormai apertamente per classe oltre che per razza, modalità e risultati dell'adozione di una meno sparuta ma più accomodante 'black middle class') viene a proposito la ristampa di una delle pochissime analisi del "caso Malcolm" esterna alle due opzioni d'obbligo.
George Breitman fu uno dei pochissimi "bianchi" di sinistra che ebbe l'onestà intellettuale, e il coraggio, di seguire e documentare la vita e il messaggio di Malcolm nel contesto reale del tempo ma contro il potere di definizione dominante, alla luce della continuità oggettiva dei meccanismi socioeconomici del dominio.
Allora come oggi, ogni analisi dell'irrecuperabile Malcolm non si può fare altro che in chiave di "recupero" o di "riconoscimento". Lo spartiacque passa per la riappropriazione di una coscienza oggettiva che Malcolm conquistò, indubbiamente anche per le sue innegabili doti personali, nel suo viaggio obbligato attraverso le istituzioni (famiglia nera, assistenza pubblica ai neri, sistema scolastico, giudiziario, potere di definizione cristiano e politico, strutturati nell'esclusione e nel privilegio, negli alibi della cultura, tutto "per classe, razza, genere, sesso").
L'analisi volta al "recupero" non può affrontare, altro che in termini descrittivi o predicatori, il rovesciamento che Malcolm, per primo tra tutti i leader neri, fece delle prospettive cui si erano ispirati i movimenti di emancipazione politico-religiosi e nazionalisti. "Il problema non è nero - diceva - ma della società bianca..." Quindi lotta per i diritti umani, denuncia della non violenza ("questa folle filosofia predicata sempre e soltanto alle vittime...") cui contrappose non l'esercizio degli stessi metodi violenti ma una disciplinata e contenuta autodifesa, rifiuto della concezione del razzismo come arretratezza e ricerca e "disvelamento" delle sue radici storiche strutturate nelle istituzioni dell'intera società e nel quadro internazionale del potere imperiale. Le sue più aspre polemiche erano con gli "zii Tom", "i neri con la testa di bianco", i "Sambo della torta in cielo" (il cristianesimo non solo come religione dei dominatori ma come controllo sociale e interiorizzazione dell'inferiorità e dipendenza) e con il narcisismo autoreferente del nazionalismo nero ('Black il beautiful!'). Malcolm si era riappropriato del potere di definizione partendo dalla realtà oggettiva e dall'interiorizzazione dell'oppressione ("...le nostre nonne furono struprate da quel diavolo dagli occhi azzurri... No, io non sono americano. Sono uno dei ventidue milioni di uomini dalla pelle nera che sono vittime dell'americanismo... Non riesco a vedere nessun sogno americano. Quello che vedo è un incubo americano"). Come recuperarlo? Non è riuscito a nessuno (vorrei citare decine di casi accademico-multimediali). Il motivo è semplice. Il "Sogno" è una variazione soggettiva interna alle definizioni del dominio, l'"Incubo" di Malcolm era il disvelamento di dinamiche oggettive che investono l'intera società e le sue proiezioni imperiali. Il "riconoscimento" di Malcolm è possibile, oggi come ieri, solo con il viaggio nelle viscere oggettive di quel rovesciamento. Il resto, oggi come ieri, è marketing.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore