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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2010
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«Nell'eternità, vedi, il tempo non esiste; l'eternità è solo un attimo, quanto basta per uno scherzo.»
Harry Haller vive in una condizione di impotente infelicità generata dal dissidio interiore tra l'"uomo" (quello che ha in sé di spirituale, di sublimato o per lo meno di culturale) e il "lupo" (il lato istintivo, selvatico e caotico). Chiuso in un isolamento quasi totale, arriva a un passo dal suicidio. Verrà "rieducato" alla vita comune da una donna incolta ma intelligente che lo aiuterà a trovare la via per meglio comprendere le "non regole" dell'assurdo gioco della vita. Pubblicato nel 1927, in un'Europa in cui i regimi totalitari si vanno imponendo, Il lupo della steppa è uno dei romanzi più "radicali" e più affascinanti di Hesse.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lettore di antica data di Hesse, resto un suo seguace soprattutto per la forza di questo romanzo, dentro al quale c'è tutta la ferma censura della società borghese che un intellettuale sfibrato e disinnamorato di tutto potesse allora provare (fine anni '20; oggi il discorso sarebbe assai diverso). Rincasando una notte, quando gli altri dormono, il protagonista Haller si ferma sul pianerottolo a rimirare l'ordine ed il nitore dell' ingresso dell'appartamento di un vicino e per un attimo lui che nel disordine ci vive, per un attimo solo il minimale aggrapparsi al decoro per dire di esistere gli suscita un lancinante rammarico di cosa irrimediabilmente perduta, di un conforto possibile cui non si può più attingere. Ma è appunto l'attimo che dura la sosta sulla rampa delle scale, rincasando a notte fonda. Perchè quel conforto non è mai esistito, ma l'intellettuale che lo sa deve costruire sopra questa consapevolezza, non solo distruggere, per non soccombere sopraffatto. Inutile aggiungere che tutto ciò aveva anche a che fare con il già manifesto Ordine nazista, oramai prossimo ad insediarsi. Grande romanzo, perchè grande è la visione che lo sostiene.
Purtroppo un libro molto lento, ma dai risvolti veramente curiosi sul finale che sconvolge il lettore. Introspettivo, forse un po' troppo, di certo non consigliato per una lettura leggera.
Tra i miei preferiti di Hesse
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