Léopold Sédar Senghor è stato un uomo politico e scrittore senegalese. Brillante intellettuale di formazione europea, aderì, durante il secondo conflitto mondiale, alla Francia libera, contribuendo al rinnovamento della politica coloniale francese. Deputato socialista all’assemblea costituente francese (1945) e a quella nazionale (1946), abbinò al lavoro accademico, quale docente della Scuola nazionale della Francia d’oltremare a Parigi (1948), un’intensa attività politica nell’ambito dei movimenti nazionalistici dell’Africa francofona. Nel 1960 divenne presidente della repubblica del Senegal. Filo-occidentale in politica estera, S. si è però sempre opposto alla «balcanizzazione» dell’Africa e ha seguito una linea di unità africana, contribuendo, tra l’altro, alla fondazione della principale rivista politico-culturale del continente, «Présence Africaine». Amico del poeta Aimé Césaire, con lui elaborò negli anni Cinquanta il fondamentale concetto di «negritudine», inteso come recupero dell’identità africana snaturata dal colonialismo; a questi temi politici e culturali dedicò la sua ampia produzione poetica in lingua francese, dalla prima raccolta Canti d’ombra (Chants d’ombre, 1945, nt) ai Canti per Naëtt (Chants pour Naëtt, 1949, nt), dalle Etiopiche (Ethiopiques, 1956, nt) ai Notturni (Nocturnes, 1961, nt), alle Lettere della stagione delle piogge (Lettres d’hivernage, 1972, nt) alle Elegie maggiori (Élégies majeures, 1979, nt): si tratta di versi che riprendono i motivi del folclore e della mitologia africani, cercando di uguagliare, con il loro andamento melodioso e solenne, il ritmo e la cadenza dei canti popolari. S. è anche autore di un’importante Antologia della nuova poesia negra e malgascia in lingua francese (Anthologie de la nouvelle poésie nègre et malgache de langue française, 1948, nt), di testi teorici e politici quali Libertà I: negritudine e umanesimo (Liberté I: négritude et humanisme, 1964, nt) − cui sono seguiti altri quattro volumi di Libertà (1971-92) che sviluppano i temi della negritudine e della francofonia, delle reciproche influenze, della ricerca delle condizioni per realizzare una civiltà dell’universale −, Fondamenti dell’africanità o «négritude» e «arabité» (Les fondements de l’africanité ou négritude et arabité, 1967, nt), Piano per il decollo economico (Le plan du décollage économique, 1967, nt), e di un’opera critica, La parola in Paul Claudel e nei negro-africani (La parole chez Paul Claudel et chez les négro-africains, 1973, nt). In La poesia dell’azione (1980, nt) denuncia l’impossibile conciliazione tra attività politica e creazione poetica. Nel 1983 divenne membro dell’Accademia di Francia.
Fonte immagine: copertina del volume Léopold Sédar Senghor. Il poeta presidente della rinascita africana di Massimo Luconi (Edizioni Clichy 2018)