(Lorain, Ohio, 1931) scrittrice statunitense. Ex attrice, ex ballerina, ha scoperto e fatto pubblicare come redattrice della Random House le opere di maggior successo della recente letteratura afro-americana. Insegna «scrittura creativa» alla Rutgers University, New Jersey. Tema centrale dei suoi romanzi, in cui si segnala lo spessore metaforico della scrittura, è la perdita d’identità dei neri, analizzata nei momenti della storia americana in cui il loro patrimonio culturale è stato più minacciato. In L’occhio più azzurro (The bluest eye, 1970), storia di una bambina nera e del suo disperato desiderio di possedere un paio di occhi alla Shirley Temple, e in Sula (1973), ritratto di due donne, una ribelle e una conformista, e della loro crescita opposta e parallela, la M. coglie le metamorfosi delle comunità nere scosse dalle ondate migratorie degli anni Quaranta. Canto di Salomone (Song of Solomon, 1977) narra il viaggio di un ragazzo nero che dalla Detroit dei diritti civili (negli anni Sessanta) si avventura nel mitico Sud, ricongiungendosi al suo passato familiare e razziale. In L’isola delle illusioni (Tar Baby, 1981) la M. sottolinea i pericoli dell’alienazione culturale dei neri degli anni Ottanta. Amatissima (Beloved, 1987), forse il suo risultato più compiuto, premio Pulitzer, si ispira al gesto disperato di una schiava fuggiasca che uccide la figlia piuttosto che ricadere con lei nella condizione di schiavitù. Tra le opere successive, Jazz (1992), una storia di violenze e intolleranza, ambientata nella Harlem degli anni Venti; Paradiso (Paradise, 1998) e Amore (Love, 2003), opere incisive che indagano la psicologia femminile in condizioni di emarginazione e sfruttamento; A casa (Home, 2012), storia di un reduce della guerra di Corea. Nel 1993 è stata insignita del premio Nobel per la letteratura, prima donna di colore a ottenere questo riconoscimento.