Regista statunitense. Negli anni '40 è assistente di numerosi registi (J. Renoir, C. Chaplin, L. Milestone, M. LeRoy, R. Fleischer, W. Wellman, J. Losey, F. Zinnemann) e nel 1951 diviene produttore delegato dei film di B. Lancaster, che dirige in L'ultimo apache (1954), western antirazzista in cui – come nell'ironico Vera Cruz (1954) e nel parodistico Un bacio e una pistola (1955) – risaltano le caratteristiche del suo stile: inquadrature nette, ritmo veloce, prevalenza dell'azione e volontà di superare i generi tradizionali. Tratti d'autore che vengono confermati in Il grande coltello (1955), tragico ritratto di un attore schiacciato dal mondo del cinema, e in Prima linea (1956), acuto pamphlet antimilitarista. Nello stesso anno vince l'Orso d'oro al Festival di Berlino con Foglie d'autunno. Da Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) a Piano... piano, dolce Carlotta (1965), da Quella sporca dozzina (1967) a L'assassinio di Sister George (1968), realizza opere che, pur con alcune concessioni alle esigenze commerciali, risultano sempre di alto livello e nelle quali scorre una segreta vena di amarezza. Dopo l'epico L'imperatore del nord (1973), ambientato negli anni della Grande Depressione, degni di nota sono il western Nessuna pietà per Ulzana (1972), il carcerario Quella sporca ultima meta (1974) e il fantapolitico Ultimi bagliori di un crepuscolo (1976). Con il suo penultimo film (Scusi, dov'è il West?, 1979) ritorna al western, rivisitandone con toni affettuosi i luoghi comuni e gli stereotipi. La sua ultima fatica, California Dolls (1981), racconta ancora una volta il fallimento del sogno americano attraverso le vicissitudini di due lottatrici di catch e del loro manager.