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Oggi non si scrivono piu' lettere, in assoluto : abitudine ed arte lasciata al passato e all contemplazione sulla vit e, sostituita da brevi mail che, nulla tolgono al contenuto oggetrtivo di una urgente comunicazione e tutto ai bisogni intimi dell' arte. Molto, quindi, mi aspettavo da questo libro di lettere scambiate durante gli anni venti tra due grandi della letteratura quali : Proust e Gide. Invece, con non poca sorpresa, vi ho trovato, aridi scambi di contenuto strettamente editoriale, brevi frasi dedicate a questa o quell' altra preoccupazione circa la pubblicazione di quel capitolo o di quel libro, e vaghe notizie interessanti quanto brevissimi cenni , quali, invece, ci si aspetterebbe da simili grandi autori. Non c'e' traccia di un anima in tali scritti, non c'e' alcun dolore dato dall' arte creativa della scrittura o del vivere quotidiano, non c'e' dramma di attesa , ansia e progettulita' dedicata , non dico a riflessioni profondamente estetiche, ma neanche all scrittiura in se'. Proust non ci dice assolutamente nulla di lui, ne' della sua celeberrima , grave : ipocondria, ne' del suo essere sottoposto, quale vittima, alla famosa quanto disperata dittatura estetica, ne' altro di interessante. Nulla di davvero tale. Tutto, si consuma in fredde comunicazioni che avrebbero potuto, benissimo , e lo sono di fatto, mail ante - litteram. Lo sono poiche', qualsisi cosa si riduce ad una fredda, formale, comunicazione di contenuto tecnico di editing, altro non e' che il progenitore del SMS dei nostri giorni. Altro non e' che una comunicazione di servizio che non ha nulla a che fare con un rapporto epistolare di altro contenuto di altra intensita' di altra finalita. Di altra e diversa : vita.
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