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Italian Theory. Dall'operaismo alla biopolitica - Dario Gentili - copertina
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Italian Theory. Dall'operaismo alla biopolitica - Dario Gentili - copertina
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Descrizione


Con l'espressione "Italian Theory", il dibattito filosofico internazionale accomuna diversi filosofi italiani contemporanei e diverse tradizioni in qualche modo riconducibili al pensiero italiano, che - come già accaduto in passato, in epoche di crisi - vanno conquistando un'attenzione e un credito sempre crescenti. Dall'operaismo alla biopolitica, dagli anni Sessanta fino a oggi: i paradigmi filosofico-politici e l'arco di tempo cui fa riferimento la "Italian Theory" hanno come motivi conduttori i conflitti, le lotte, le polemiche, le rotture. L'eredità gramsciana, il ritorno a Marx, la crisi degli anni Settanta, la diversificata galassia degli anni Ottanta - in cui si affacciano tuttavia modelli altri di pensiero e di politica, come quelli del pensiero debole e del pensiero della differenza sessuale; e a seguire, fino ai giorni nostri. Da Della Volpe a Tronti, a Negri, a Cacciari, Marramao, Esposito, Agamben, il volume si propone di ripercorrere un itinerario storico, politico e filosofico inteso a rintracciare, pur tra differenze anche radicali e nella innegabile complessità del contesto, quella continuità che la formula Italian Theory in sé presume e racchiude.
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Dettagli

2012
11 ottobre 2012
246 p., Brossura
9788815240262

Voce della critica

Sul calco del fortunato volume di Franços Cusset French Theory (da poco disponibile anche in italiano per Il Saggiatore), Dario Gentili dedica la sua recente ricerca a quell'incerta costellazione teorica, che, con sempre maggiore diffusione, viene designata come Italian Theory. Se nel caso della French Theory il sintagma indica le trasformazioni sopportate dal pensiero poststrutturalista francese nel suo viaggio oltre Atlantico, il referente dell'Italian Theory è insieme più sfuggente e più determinato. Con questa espressione si cerca infatti di stabilire una linea di continuità interna a un canone della filosofia politica italiana che, dalla fine degli anni sessanta a oggi, ha fatto della discontinuità e della indisciplinatezza il proprio sigillo e il proprio blasone. Se, come sostiene Gentili, quello di "biopolitica" è senz'altro il concetto che più di ogni altro rende riconoscibile, oggi, uno stile "italiano" della filosofia, la genealogia che in esso si deposita è più densa e risalente di quanto non appaia a prima vista. L'operatore decisivo della filosofia italiana sarebbe infatti constituito dal concetto e dalla pratica del conflitto: la dimensione cruciale del politico moderno è riconosciuta da autori diversi nelle nozioni di parte e di partito; in tutte quelle pratiche e quei soggetti, insomma, che non quadrano con le forme del politico moderno. Di più: la filosofia italiana sfoggerebbe un tenore intrinsecamente politico svolgendo la propria riflessione attorno ai concetti di dicotomia, dualismo e antagonismo. Così, fissando in Machiavelli e in Gramsci le matrici genealogiche, Gentili può provare a lasciare emergere una "continuità nella discontinuità": autori insieme prossimi e distanti, come Tronti, Cacciari, Negri, Vattimo, Agamben, Esposito, trovano posto in una genealogia che ha nelle rotture, negli scarti e nelle deviazioni i propri snodi fondamentali. La rubrica sotto cui Gentili raccoglie questa compagnia così diversamente assortita è quella della sinisteritas: la parte maledetta e la maledizione della parte. Dall'operaismo e dai lavori seminali di Tronti, ciò che accampa centrale nell'Italian Theory è il "dispositivo della crisi": l'impossibilità della sintesi dialettica trasloca dal piano istituzionale a quello delle soggettività. La questione della soggettivazione, transitata dal soggetto-popolo al soggetto antagonista, sarebbe oggi infine dislocata sul piano stesso della vita. Dall'operaismo alla biopolitica, dunque, è la conflittuale vicenda della "parte dei senza parte" che continua a interrogare l'Italian Theory. Michele Spanò

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Conosci l'autore

Dario Gentili

Dario Gentili è docente di Filosofia morale presso l’Università Roma Tre. Tra i titoli pubblicati si ricordano Il tempo della storia. Le tesi “sul concetto di storia” di Walter Benjamin (Guida, 2002), Topografie politiche. Spazio urbano, cittadinanza, confini in Walter Benjamin e Jacques Derrida (Quodlibet, 2009), Italian Theory. Dall’operaismo alla biopolitica (il Mulino, 2012), La crisi del politico (Guida, 2015) e Crisi come arte di governo (Quodlibet, 2018).

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