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Anno edizione: 2003
Anno edizione: 2020
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La sublime epopea di un citrullo, un fatuo, un candido. Parla a scatti, non riflette, non riesce a concentrarsi, è ingenuo e perso in chissà quali fantasticherie ai limiti dell'imbecillità conclamata. Ma diamoglielo a Gogol, lasciamo che la sua penna lo faccia vivere sulla pagina, gli dia uno spessore inatteso, un blasone non comune. Dunque prepariamoci a rovesciare ogni logica e diamoci alla mirabile grandezza di questo testo, che nel suo incastro totalmente paradossale raggiunge una vetta di assoluta perfezione. Tale e tanta sarà la folle disastrata varietà mentale di persone che scambiano il tizio per un importante funzionario che arriva nel loro paese a controllare tutto (strutture, servizi, affari, onestà cittadina), che le piccole peripezie della trama capovolgeranno a favore dell'inetto ogni folle virgola di quegli incontri sballati. Emergerà chiara la corruzione, la paura che il potere ha di farsi rovistare nel profondo, la ridicola seriosità dei governanti mostruosi, un podestà totalmente sottosviluppato a cui il protagonista - ormai cosciente di abitare l'inghippo, e approfittandone - seduce moglie e figlia. Scriverà Gogol: "Il podestà, un somaro vestito e calzato". Una codardia senza freni, un gioco di splendida finzione nel quale il popolo oppresso pagherà due volte la sua natura perdente, quando anche Chlestakov, l'eroe della vicenda, diventato furbissimo, prenderà soldi anche dagli sfruttati denuncianti. Fino al saluto finale e all'arrivo nella locanda al centro della storia del vero revisore, temutissimo e scambiato fino a da allora per l'ormai sazio Chlestakov. Lasciamo parlare Gogol e inchiniamoci al suo favoloso genio:"Il talento non si arresta davanti all'imposizione di un limite, come il fiume non si arresta davanti a delle sponde di granito: al contrario, allorché irrompe, le sue onde fluiscono più piene e più rapide". Un quasi demente smacca dei dementi al quadrato. C'è possibilità di gioia più reale nello stoltissimo mondo del potere?
Delizioso. Un tizio perdigiorno viene scambiato per l'ispettore generale e da qui nascono malintesi e doppisensi grotteschi e maliziosi. La trama è un atto teatrale, ma prosegue con i commenti degli spettatori; ognuno esprime giudizi ( diversissimi tra loro) a seconda del proprio vissuto cosicchè Gogol ottiene non un atto unico, ma multiplo. Un'idea geniale!
bellissima commedia di gogol,dove egli mette in risalto la corruzione che c'era in russia al suo tempo.consiglio a tutti di leggerlo.
Recensioni
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