Marinella Barigazzi è una brava traduttrice dall'inglese; sono sue tra l'altro le traduzioni dei libri di Peter H. Reynolds usciti per Ape Junior. Barigazzi si è poi messa a scrivere, e i suoi primi albi, Da grande e Bimbo da grande (Lapis, 2007 e 2008), hanno avuto subito un successo assai meritato. Ha pubblicato con Kite e con Valentina Edizioni e ora il suo ultimo libro esce con la casa editrice Lo Stampatello. Nata nel 2011 per parlare di famiglie e affetti "diversi", resa nota dalla grottesca e controproducente mozione di un consigliere di zona del Pdl a Milano (poi rilanciata con inasprimento di toni da Forza Nuova) che criticava un suo libro perché "promuoveva la famiglia omosessuale" (?) e dunque non doveva essere diffuso negli asili comunali, la casa editrice in questi anni è cresciuta e ha arricchito il suo catalogo. Questo Io e lei non parla né di omogenitorialità né di famiglie "non tradizionali". Anzi: a rigore parla di due famiglie molto tradizionali, quella di Alice e quella di Beatrice. Vicine di casa inseparabili, le due bambine si conoscono da quando stavano nella pancia delle loro mamme. Alice, però, racconta che Beatrice è molto più fortunata di lei: non ha una sorellina ma un meraviglioso cane, riceve continuamente regali da due genitori che la adorano, fa bellissime vacanze in posti lontani: "A volte penso che vorrei vivere la vita di Beatrice". Eppure, un giorno Alice, a scuola, non vede la sua amica; la cerca e la trova piangente in un angolino, schiacciata dalle aspettative che i genitori hanno su di lei, dall'impressione che gli amici giochino con lei soltanto perché ha giochi bellissimi e soprattutto dalla solitudine di figlia unica. Allora Alice le risponde che a lei i giochi belli e le altre cose non interessano, che per lei Beatrice è una sorella. Beatrice ci pensa un attimo e poi capisce: è vero, lei una sorella ce l'ha. Sono in due, non è da sola. Il libro è molto bello, ma lo stesso mi sono chiesta perché Lo Stampatello abbia lottato così tanto e così a lungo per pubblicarlo, vincendo la fatica dell'attesa di Reynolds, superstar americana dell'illustrazione. La mia risposta è questa: Io e lei parla di una relazione forte, di sorellanza, che esiste anche se non è riconosciuta universalmente come tale. Parla, quindi, di chi sperimenta la sostanza dell'amore dietro alle mille forme che l'amore può abitare, di chi sa decidere della sua vita o, meglio, sa riconoscere quello che la vita gli o le dà, aldilà delle etichette abituali. E lo fa in un modo "facile", che non richiede spiegazioni, adesioni fideistiche, ideologie: è così, lo abbiamo sperimentato tutti, i bambini lo capiscono benissimo. Intuitivo. Semplice. Rivoluzionario. Da cinque anni (S. M.)
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