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Sotto il fascismo De Luca era «il miglior poliziotto d'Italia». Ora siamo in piena Guerra Fredda. Nell'Italia dei festival di Sanremo e degli omicidi sempre piú strani gli chiedono di diventare un po' strano anche lui.
C'è stato un omicidio a Bologna, una città coperta di neve in cui i tram scampanellano sulle rotaie e la gente affolla i ristoranti per i tortellini di Natale: la bella moglie di un professore universitario è morta annegata nella vasca da bagno del trappolone, l'appartamento da scapolo del marito. Il Servizio vuole sapere chi è stato, e per questo c'è bisogno di uno come De Luca, che sembra finalmente trovarsi alle prese con un'indagine da giallo classico, fatta di indizi, tracce, impronte e orari. Ma non è cosí, naturalmente. E De Luca deve scegliere se seguire il suo vecchio cuore di cane da caccia o quello nuovo di cane bastardo.
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Un bel giallo, senza grandi sussulti e colpi di scena, ambientato in un’epoca in cui le indagini erano spesso pilotate dalla politica e da occulto organi di Polizia. In questo contesto si muove faticosamente ma con caparbietà l’Ispettore De luca, il cui intuito e le cui capacità investigative rivelano una verità scomoda e spiacevole. La mancanza di chiarezza degli eventi lascia spazio ai molti dubbi e ai rimpianti del Protagonista, che perde lucidità solo nel momento in cui emergono quasi improvvisi i suoi sentimenti, portandolo a vivere una love story al di fuori dei suoi canoni tradizionali. La storia alla fine non appassiona più di tanto, ma rimane la piacevole sensazione di avere percepito il clima in cui si muovevano, in maniera anche confusa, gli investigatori della Bologna, e dell’Italia, del dopo guerra.
“Intrigo Italiano” rappresenta al momento l'ultima indagine del commissario DeLuca che ritorna nella Bologna dalla forte “anima rossa” del dopo guerra dopo anni di assenza e immutato spirito da segugio a caccia di una verità forse persino scomoda per i suoi nuovi capi visto che presto si profila una pista interna alle faide tra i vari Servizi, uno dei quali ha offerto a DeLuca (rispolvera l'alias dell'ing. Morandi usato ne "L'estate torbida") l'opportunità di tornare ad indagare su delitti misteriosi in un mix tra politica e musica (jazz) nell'Italia del dopoguerra (1954) ancora contesa tra i due blocchi contrapposti.
Spero di far alzare un po' la media delle stelline. Questo per me è un bel romanzo, ben scritto. Lo consiglio anche come lettura sotto l'ombrellone. Lucarelli in generale lo apprezzo molto.
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