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Recensioni Gli interessi in comune

Gli interessi in comune di Vanni Santoni
Recensioni: 4/5

Il racconto di un’intera generazione, quelli nati negli ’80, che si muoveva con passo sgangherato sul ciglio del nulla. Un libro cult su un gruppo di ragazzi che vivono in un triangolo di provincia toscana, un luogo asettico e privo di intrattenimenti, che provano di tutto pur di riempire il vuoto che sentono dentro.

Iacopo, il Mella, il Paride, il Dimpe, il Malpa, Sandrone. Nel ’95 hanno sedici anni. Interessi in comune? Uno, senz’altro: il consumo regolare, diligente, quasi scientifico, di tutte le sostanze. Si guardano giusto dalla morte. E così eccoli, in un triangolo di provincia toscana che si allarga talvolta ad abbracciare l’Europa, eccoli riempire le notti, dormire i giorni, convergere comunque e sempre attorno a un bar. Sono un gruppo. E nel gruppo non ci stanno dentro le ragazze, le ambizioni, il lavoro, lo studio, la famiglia. Che pure ci sono (ragazze, ambizioni, lavoro, studio, famiglia), perché intanto la vita, come si dice, continua. Come del resto ci sono il Valdarno degli outlet e degli agriturismi, e l’aria intollerabile di un benessere odioso, forse effimero. Nessuno si prende sul serio – e infatti si ride, di sé e degli altri, con beffarda comicità –, ma nessuno più di loro sa che ogni impresa in cui si cimentano (spesso leggendaria, tragicomica sempre) è un vero blues. Vorrebbero tutti scappare, ma tutti (o quasi) continuano a tornare. Vanni Santoni segue i suoi eroi nichilisti lungo dieci anni di una infinita adolescenza, fitta di episodi esilaranti e magiche apparizioni di comprimari memorabili. Torna in libreria un romanzo di culto, che negli anni di indisponibilità è stato al centro di numerose – e a volte clamorose – vicende, dalle raccolte di firme dei lettori per chiederne la ristampa alle versioni fotocopiate che circolavano in scuole e università, dai furti del volume nelle biblioteche pubbliche alla produzione di veri e propri samizdat. )
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