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Premi
2017 - Festival di Cannes - Miglior regista
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Sofia non mi delude mai
Non mi è dispiaciuto
Ammetto di non aver visto la versione con Eastwood, però ho letto il libro da cui sono tratti entrambi i film. In generale per ora ho apprezzato di più il libro, perché viene meglio delineata la storia ambigua piena di detto/non detto. Dal trailer anch'io mi aspettavo che Sofia Coppola avesse voluto dare un taglio più thriller all'intera faccenda; invece il film è abbastanza piatto e, proprio specificando frasi che, non dette, evocherebbero un clima di ambiguità, si rovina l'intera aura e quel poco di mistero che dovrebbe essere presente. Dò due stelle solo per l'interpretazione del cast stellare.
Recensioni
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Sofia Coppola rivede un grande classico passando da un genere all'altro con acutezza e con una leggerezza accattivante
Trama
In piena Guerra di Secessione, nel profondo Sud, le donne di diverse età che sono rimaste in un internato per ragazze di buona famiglia danno ricovero ad un soldato ferito. Dopo averlo curato e rifocillato costui resta confinato nella sua camera attraendo però, in vario modo e misura, l'attenzione di tutte. La tensione aumenterà mutando profondamente i rapporti tra loro e l'ospite.
Sofia Coppola veste di rosa Clint Eastwood con l'inganno
Era il 1971, quando un Clint Eastwood senza maglietta recitò la parte di un soldato yankee ferito che trova rifugio dalla Guerra Civile nei campi di una giovane studentessa sudista nel film La notte brava del soldato Jonathan. Allora, senza ombra di dubbio, il gallo nel pollaio era lui.
Ora la sceneggiatrice e regista Sofia Coppola ha ridato vita alla pellicola, basata su un romanzo del 1966 di Thomas Cullinan, trasformandola in un Southern Gothic che ribolle sotto la superficie e sa sfoderare un umorismo nero e sovversivo. Risate? Ci potete giurare, sebbene un paio vi rimarranno soffocate in gola. Coppola, che quest’anno è stata premiata come migliore regista a Cannes, ha sostituito il fiero sguardo maschile della versione originale, febbrilmente diretta da Don Siegel, con la sua potente prospettiva femminista.
Le eroine del film, su tutte Nicole Kidman e Kirsten Dunst, non hanno i superpoteri, ma avere a che fare con loro è una sfida per ogni uomo. Il “lui” tra sette “lei” è John McBurney, un seduttore irlandese che viene trovato in un bosco da Amy, una studentessa della Virginia che lo accompagna, ferito, alla sua scuola. Una volta tornato in piedi, John cerca di prendere il controllo della struttura, con tutti i benefici del caso. Le ragazze hanno altre idee, che Coppola espone con astuta malizia in un crescendo di suspense. La direttrice Martha è una donna capace di sfilare la pistola dalla giarrettiera e darti una bella ripassata – in tutti i sensi. Edwina, una ragazza della scuola, ha progetti più romantici, mentre l’impulsiva teenager Alicia vuole solo baciare un uomo. A modo suo.
Coppola dà il meglio di sé, creando un melodramma vibrante che al tempo stesso conferma la sua bravura e aggiunge nuovi colori alla sua tavolozza. La regista e il suo talentuoso direttore della fotografia Philippe Le Sourd creano una torrida atmosfera di bellezza un po’ artefatta, amalgamata con sangue e lussuria, e con il suono della battaglia in lontananza.
Ma la battaglia più grande è quella interiore. Kidman e Farrell ingaggiano un incantevole duello di umorismo. Ma è Dunst, con una performance di grande auto-repressione, che colpisce al cuore. Coppola è una virtuosa dell’immagine e del suono, ma non si deve scambiare la sua delicatezza per debolezza. L’inganno è un giardino che coglie impreparati per la bellezza e l’intimità dei suoi fiori. Non riuscirete a togliervelo di dosso.
Recensione di Peter Travers
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